Daniel Glattauer: differenze tra le versioni

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Distinti saluti, E. Rothner.
 
Le ho mai raccontato del vento del Nord.
Ah, ecco che mi scrive la mia Emmi. Emmi. Emmi. Emmi. Sono un po' ubriaco, ma solo un pochino. Ho passato la serata a bere e ad aspettare la mezzanotte, l'ora in cui arriva Emmi. Sì, è vero. Non è la mia prima bottiglia. Desidero la mia Emmi. Vuole venire da me? Spegniamo la luce e basta. Non dobbiamo vederci. Emmi, io voglio solo sentirla. Chiuderò gli occhi. Con Marlene non ha più nessun senso. Ci dissanguiamo a vicenda. Non ci amiamo. Lei ne è convinta, ma in realtà non ci amiamo, il nostro non è amore, è pura dipendenza, puro possesso. Marlene non vuole lasciarmi andare e io, io non so trattenerla. Sono un po' ubriaco. Non troppo. Viene da me, Emmi? Ci baciamo? Mia sorella dice che, in ogni caso, lei è stupenda, Emmi. Ha mai baciato uno sconosciuto? Sto bevendo un altro sorso di bianco del Friuli. Brindo a noi. Sono già un po' ubriaco. Ma non molto. E adesso è di nuovo il suo turno. Emmi, mi scriva. Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente. Emmi, Emmi, Emmi.