Eschilo: differenze tra le versioni

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sempre qui: ad aspettare il segno
della lampada, la fiammata che porti
notizie da Troia, la parola vittoria!</poem>
La stessa angoscia che prova una donna
quando cerca l'amore. Ah,mentre sto qui,
in questo lettuccio bagnato di rugiada,
che mi tiene,la notte ,lontano dai miei,
in questo lettuccio che non conosce i sogni
(è la paura,lei sola-e non il sonno-
che vive,che non mi lasci mai chiudere
le palpebre al sonno), se ho voglia
di cantare,o di fischiettare,e così
cercare, col canto, di vincere il sonno,
 
invece, piango: perchè penso al destino
di questa casa,alla sua gioia di un tempo.
Ah,vedessi oggi la fine della mia pena,
e splendesse il fuoco segnale di gioia!
 
Evviva!Fuoco, che fai giorno della notte,
un giorno di festa,nella città di Argo!
(Si alza dal letto).
Evviva,Evviva!
A chiamare,corro, a chiamare Clitennestra,
perchè si metta a gridare, alzandosi dal letto,
rispondendo a quel fuoco,con grida di gioia!
Troia è vinta,lo dice quel segnale di fuoco!
Io per primo aprirò,ballando,la festa!
Il dado gettato dal mio sovrano ha vinto la sorte,
e il mio lavoro sarà compensato mille volte!
Che io possa, come rientrerà il mio sovrano,
con la mia mano toccare la sua amata mano...
Ma sarò muto,su tutto il resto, come una tomba...
Che parlino questi muri,se possono :loro
la sanno la verità! Io ,per chi sa,
parlo,per chi non sa, ho dimenticato...
 
</poem>
{{NDR|Eschilo, ''L'Orestiade: Agamennone'', traduzione di Pier Paolo Pasolini, Istituto Nazionale del Dramma Antico 1960}}