Elena Gianini Belotti: differenze tra le versioni

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* Chi ha il potere è ammantato di prestigio, assurge a simbolo, ha il diritto e il dovere di realizzarsi al massimo, da lui ci si aspetta che diventi un individuo, è considerato per quello che ''sarà''.<br/>Dalla femmina ci si aspetta che diventi un oggetto, ed è considerata per quello che ''darà''. Due destini del tutto diversi. Il primo implica la possibilità di utilizzare tutte le risorse personali, ambientali e altrui per realizzarsi, è il lasciapassare per il [[futuro]], è il benestare per l'egoismo. Il secondo prevede invece la rinuncia alle aspirazioni personali e l'interiorizzazione delle proprie energie perché gli altri possano attingervi. Il [[mondo]] si regge proprio sulle complesse energie femminili, che sono lì, come un grande serbatoio, a disposizione di coloro che impiegano le proprie per inseguire ambizioni di potenza.
* Se ogni figlio fosse visto come un individuo unico, provvisto di potenzialità proprie e al quale offrire il massimo per aiutarlo a svilupparsi nella ''sua'' direzione, la questione del sesso perderebbe automaticamente importanza.
* È molto più difficile e faticoso comprimere energie spesso prepotenti e pretendere che si ripieghino su se stesse per poi atrofizzarsi lentamente, che dar libero a tali energie e anzi stimolarle a realizzare qualcosa di concreto. È più semplice spingere un individuo verso il proprio sviluppo che reprimere l'impulso all'autorealizzazione presente in tutti gli individui a prescindere dal sesso.<br/>La femmina, inibita nel proprio sviluppo, è costretta a organizzare autodifese per non soccombere, e soprattutto nei casi in cui le energie erano particolarmente vivaci e hanno richiesto massicci interventi repressivi, manifesta tratti caratteriali che non sono affatto tipici del sesso femminile come si pensa, ma sono semplicemente il prodotto della castrazione psicologica operaa ai suoi danni.
 
==[[Incipit]] di'' Pane amaro''==