Vincenzo Monti: differenze tra le versioni

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==''Lettera a nome di Francesco Piranesi al generale D. Giovanni Acton ''==
===[[Incipit]]===
Voi dormite tranquillo, signor Generale, sopra i vostri allori marittimi e sul timone della nave di cui sedete al governo, e tutt'altro vi sognate sicuramente, che di ricevere una mia lettera. Perchè son io costretto di scrivervela? Qual linguaggio, qual formolario userò io con voi, io consagrato al servigio d'un principe ingiustamente offeso dal vostro? E quale sarà il Galateo che adoprerò se, nel mentre ch'io parlo, la [[Svezia]] da voi provocata prepara i suoi vascelli per portarvi a [[Napoli]] le sue ragioni sulla bocca eloquente de' suoi cannoni? Frattanto egli m' è necessario di scrivervi e voi siete quello che mi forzate. Se voi non aveste attaccata che in privato la mia persona, se aveste ancora ciò fatto in Napoli al cospetto solamente de' vostri schiavi, io vi avrei lasciato, senza commovermi, eternamente latrare e mentire. Ma voi mi avete oltraggiato alla presenza del pubblico, voi mi avete atrocemente calunniato per proteggere il traditore barone d'Armfeldt, denunciandomi a tutta l'[[Italia]] e a tutta l'[[Europa]] ordinatore d'un assassinio contro di lui voi avete cercato di dirigere a questo scopo la pubblica opinione con ogni sorta di maneggi e di scritti, e non vi siete avveduto che, togliendomi l'onore, mi toglievate egualmente la libertà di soffrire, disprezzarvi e tacere.
===Citazioni===
*La [[verità]] non ha mai atterrito gli amici della [[virtù]] e non vi sono che i vili, che consigliano di tacerla, e le sporche coscienze, a cui torna conto che la sua luce resti sepolta nel cuore degli uomini, come una lucerna dentro una tomba. (p. 23)
*La massima, che sotto [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]] lasciò scritta nel suo testamento politico un gran ministro di Stato, ''che i sovrani si guardino con diligenza dall'impiegare nelle cariche le persone d'onore, perchè non possono trarne verun partito'', questa massima tanto esecrabile, quanto osservata, è del tutto sconosciuta, se nol sapete, in Isvezia. Se lo sia egualmente nel sistema della vostra politica, accordatemi l'onesta libertà di deciderlo e allora vi dirò io la ragione perchè non siete ancora in grado di rispettarmi e conoscermi. (p. 24)
*Oh [[verità]]! sentimento divino, idolo dei cuori onorati e tormento eterno dei perfidi, io potrò dunque far sì, che il pubblico ti contempli a viso scoperto e ti tocchi? L'impostura avea tentato di seppellirti, e nascondere, ai tanti occhi che ti cercano, le tue pure attrattive. Ma la mia mano strapperà con coraggio il velo che ti hanno posto sul volto. La tua luce brillerà come il sole, confonderà i vili che ti hanno tradito, e i buoni esulteranno tutti della tua giusta vendetta. (p. 31)
*[...] per disonore dell'umana ragione non v'e cosa in [[Napoli]] tanto notoria, quanto la libera e pubblica vendita che vi si fa dei falsi attestati. La tariffa loro ordinaria è di tre ducati, o di quattro, secondo la fame di chi vende, e il bisogno di chi compra. Se tu vuoi dunque soppiantare un processo, alterare una particola di testamento, falsificare qualunque carattere, tu non hai ch'a gittar via i rimorsi, e dar mano alla borsa. Le botteghe de' falsari son sempre aperte. Tiriamo un velo sopra queste incredibili e non mai più udite abbominazioni. Il pensiero non può fissarle senza raccapriccio. (p. 32-33)
*Noi entriamo in un [[mare]] che non ha sponde, in un mare di ribalderie, ove l'ingiustizia e la soverchieria veleggiano col vento in poppa, e la sola [[innocenza]] è in burrasca, da tutti abbandonata, fuorchè dal Cielo che la vuole afflitta, ma non sommersa. (p. 38)
{{NDR|Vincenzo Monti, ''Lettera a nome di Francesco Piranesi al generale D. Giovanni Acton '', in ''Prose varie'', Tomo V, Giovanni Resnati e G. Bernardoni, Milano 1841}}