Vincenzo Monti: differenze tra le versioni

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*Il secondo articolo delle vostre Osservazioni è un capo d'opera. Io ne sono incantato dopo la quarta e la decima lettura, e non v'è prosa che in soggetto di critica mi abbia mai fatta una si gagliarda e dolce impressione. Chiunque abbia fior di senno argomenterà dal vostro scritto che voi sarete un giorno il massimo de' Critici e per sicurezza di giudizio, e per profondila di sentimento, e per evidenza e precisione di stile, e per tutte quelle prerogative che distinguono dallo scrittore pedante lo scrittore eloquente e filosofo .... Niuno ha mai parlato di [[Dante]] così degnamente; niuno ne ha mai più sottil mente sviluppato lo spirito. Ma il vostro capo d'opera ha un difetto universale, e questo è la troppa lode che date all'imitatore di [[Dante]]. In verità mi sento impotente a sostener questo peso, e vi prego di mitigarlo. A saziare il mio amor proprio mi basta quell' ''Eliseo avviluppato nel mantello del suo maestro''; mantello che non darei per tutte le porpore dell'universo. (da una lettera a [[Francesco Torti]], citato in [[Francesco Torti]], ''Dante rivendicato: Lettera al sig. Cavalier Monti'', p. 11, Tipografia Tomassini, Fuligno 1825)
*L'[[Iliade]] fu sempre il poema de' valorosi. Sono ancor celebri le generose lagrime d'[[Alessandro Magno|Alessandro]] sulla tomba di Achille; ed è pure fra gli uomini divulgato che quel grande conquistatore solea chiamare l'Iliade il viatico delle sue spedizioni. (dalla dedica a Eugenio Napoleone, Milano 1810)<ref name=Ope></ref>
*''L'ira di [[Dio]] su te mormora e rugge, | O [[Italia]], o donna sonnolenta ed orba, | Sanguigno il [[Sole]] le fresch'aure adugge, | L'aure, che il lezzo di tue colpe ammorba''. (''All'Italia'' )<ref name=Ope></ref>
*''Nome d'[[Amore|Amor]] gli diedero | Le cieche genti, e piacque''. (da ''L'amor pellegrino'', p. 251)<ref name=Ber></ref>
*''Non il silenzio sempre di natura, | Né dei venti la calma e delle stelle | I disegni di [[Dio]] compie e matura: | Talvolla ancor fra i lampi e le procelle | Più luminoso il suo pensier traluce, | E le divine idee fansi più belle''. (da ''Il pellegrino apostolico'', canto II, p. 230)<ref name=Ber></ref>
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*''Spinge l'Elba atterrile e rubiconde | Al mar le spume; e il mar incalza al lido | Anglo muggendo, e su le torbid'onde | Gl'invia del sangue sì mal compro il grido. | A quel muggir l'Odera alto risponde, | E: Rispetta il Lion, bada al tuo nido, | Crida allo Sveco dalla riva estrema; | Bada al tuo nido, Re pusillo, e trema''. (p. 459)
*''D'[[Europa]] intanto alla [[Cina]] reina | Viaggia della Spree la trionfata | Spada, e la segue con la fronte china | La Borussa Superbia incatenata. | Densa al passar dell'arme pellegrina | Corre la gente stupefatta, e guata; | E già la fama con veloce penna | Ne pronuncia la giunta in su la [[Senna]]''. (p. 459)
===[[Explicit]]===
''In questa di valor sacra contrada | Alti onori t'avrai; che riverita | Pur de' nemici è qui la gloria, e schietti | Della tua faran fede i nostri petti. | Si dicendo scoprir le rilucenti | Còlte in Rosbacco cicatrici antiche, | E vivo scintillò negli occhi ardenti | Il pensier| delle belliche fatiche. | Parve l'inclita spada a quegli accenti | Abitarsi, e sentir che fra nemiche | Desire non cadde; parve di più pura | Luce ornarsi, e obbliar la sua sventura''.
 
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*''Vieni dunque, infelice, a queste selve; | Fuggi l'empie [[città]], fuggi i lucenti | D'oro palagi, tane di serpenti, | E di perfide belve''. (da ''Invito d'un solitario a un cittadino'', p. 276)
*''E te pur, dolce amico, e te pur prende | Del mio soffrir pietade; ed in me fitto | Lo sguardo, mostri che il dòlor ti fende | Di che misero io porto il coi- trafitto. || Nè la virtù che agli altrui mali intende, | In te si spense al meditar lo scritto | Del fiero vate che in sentenze orrende | Di Farsaglia cantò l'alto delitto''. (da''Al sig. conte Francesco Cassi'', p. 18)<ref name=Rac>Vincenzo Monti, ''Poesie varie'', ''Raccolta di poeti classici italiani antichi e moderni'', Milano 1834</ref>
*''E diran tutti: L'italo cantore | Vinse il latino; chè le Furie a quello | Fur Mute, e a te, leggiadro spirto, il core''. (da''Al sig. conte Francesco Cassi'', p. 18)<ref name=Rac></ref>
*''Più la contemplo, più vaneggio in quella | Mirabil tela: e il cor, che | ne sospira, | Sì nell'obbietto del suo arnor delira, | Che gli amplessi n'aspetta e la favella''. (''Per un dipinto del celebre sig. Filippo Agricola rappresentante la Figlia delPAutore'', p. 21)<ref name=Rac></ref>
*''Nel fiso riguardar l'amato obbietto | Del mio lungo desir tanta è la piena, | La dolce piena del paterno affetto, | Che il gaudio quasi a delirar mi mena. || L'anima, tutto abbandonando il petto, | Corre negli occhi, e Amor ve l'incatena''. (da ''Agli amici'', p. 22)<ref name=Rac></ref>
 
==''Amor peregrino''==
*''Degl'incostanti secoli | Propagator divino , | Alle cittadi incognito | Negletto peregrino, | Io ti saluto , o tenera | De' cor conquistatrice: | [[Amore|Amor]] son io; ravvisami : | Ascolta un infelice''.
===Citazioni===
*''[[Virtù|Virtude]] e [[Amore|Amor]] sorgevano | Con un medesmo volo, | Ed eran ambo un impeto, | Un sentimento solo. | Amor vegliava ai talami, | Amor sedea sul core; | Le leggi, i patti, i limiti, | Tutto segnava Amore''. (p. 24)
*''Rival possente ei d'ozio | E di lascivia nacque: | Nome d'[[Amore|Amor]] gli diedero | Le cieche genti, e piacque''. (p. 25)
*''A far dell'alme strazio | Venne così quel crudo | Di ree vicende artefice | Fanciul bendato e nudo''. (p. 26)
*''Entro i vietati talami | II piè furtivo ei mise, | E su le piume adultere | Lasciò l'impronta, e rise''. (p. )
 
===[[Explicit]]===
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==''Amor vergognoso''==
===[[Incipit]]===
''[[Pudore|Pudor]], virtude incomoda, | Pudor, virtude ingrata; | Da colpa ( ahi turpe origine ! ) | E da rimorso nata; | Pudor, che all'uom contamini | I più soavi affetti, | Onde in amaro aconito | Si cangiano i diletti''.
===Citazioni===
*''Calmi ella dunque i fremiti | Del vinto [[Cuore|cor]] smarrito | Pria che gli sguardi attendere | Del vincitor gradito. | Corregga al rivo argenteo | Del biondo crin gli errori, | II colmo petto adornino | Più ben disposti i fiori''. (p. 31)
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*''[[Virtù|Virtude]] io servo [[fede]] | Più che il volgo non si crede''. (p. 70)
*''E per lei qui appunto or vegno | A spiccar dal cespo un raro | Fior gentile, un fior che caro | A lei crebbe, e di me degno. | Cosi parla; e con baldanza | Nella chiostra il passo avanza''. (p. 70)
*''Dolce l'aura l'accarezza, | Schietto il Sol di rai l'indora , | Fresca piove a lei l'Aurora | Le sue perle; e una vaghezza, | Uno spirto intorno gira | Che ti grida al cor: Sospira'' (p. 72)
*''L'agitò, le luci affisse | Nel bel fiore, e cosi disse: | Desio d'alma generosa, | Di Minerva dolce cura, | Dolce riso di natura, | Cara al ciel Trivulzia Rosa, | II tesor che in te si chiude | Io consacro alla [[Virtù|virtude]]''. (p. 72)
*''E Virtù che sola al mondo | Fa l'uom chiaro e lo sublima, | La Virtù che sola è cima | Di grandezza, e il resto è fondo''. (p. 73)
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===Citazioni===
*La [[verità]] non ha mai atterrito gli amici della [[virtù]] e non vi sono che i vili, che consigliano di tacerla, e le sporche coscienze, a cui torna conto che la sua luce resti sepolta nel cuore degli uomini, come una lucerna dentro una tomba. (p. 23)
*La massima, che sotto [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]] lasciò scritta nel suo testamento politico un gran ministro di Stato , ''che i sovrani si guardino con diligenza dall'impiegare nelle cariche le persone d'onore, perchè non possono trarne verun partito'', questa massima tanto esecrabile, quanto osservata, è del tutto sconosciuta, se nol sapete, in Isvezia. Se lo sia egualmente nel sistema della vostra politica, accordatemi l'onesta libertà di deciderlo e allora vi dirò io la ragione perchè non siete ancora in grado di rispettarmi e conoscermi. (p. 24)
*Oh [[verità]]! sentimento divino, idolo dei cuori onorati e tormento eterno dei perfidi, io potrò dunque far sì, che il pubblico ti contempli a viso scoperto e ti tocchi? L'impostura avea tentato di seppellirti, e nascondere, ai tanti occhi che ti cercano, le tue pure attrattive. Ma la mia mano strapperà con coraggio il velo che ti hanno posto sul volto. La tua luce brillerà come il sole, confonderà i vili che ti hanno tradito, e i buoni esulteranno tutti della tua giusta vendetta. (p. 31)
*[...] per disonore dell'umana ragione non v'e cosa in [[Napoli]] tanto notoria, quanto la libera e pubblica vendita che vi si fa dei falsi attestati. La tariffa loro ordinaria è di tre ducati, o di quattro, secondo la fame di chi vende, e il bisogno di chi compra. Se tu vuoi dunque soppiantare un processo, alterare una particola di testamento, falsificare qualunque carattere, tu non hai ch'a gittar via i rimorsi, e dar mano alla borsa. Le botteghe de' falsari son sempre aperte. Tiriamo un velo sopra queste incredibili e non mai più udite abbominazioni.Il pensiero non può fissarle senza raccapriccio. (p. 32-33)