Lettera a una professoressa: differenze tra le versioni

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'''Lettera a una professoressa''' è un libro scritto da alcuni ragazzi della scuola di Barbiana, sotto la supervisione di Don [[Lorenzo Milani]].
 
=== parte prima - la scuola dell'obbligo non può bocciare ===
*Cara signora, lei di me non ricorderà nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato tanto a lei, ai suoi colleghi, a quell'istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che "respingete". Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate.
*Un professorone disse: "Lei reverendo non ha studiato pedagogia. Polianski dice che lo sport è per il ragazzo una necessità fisiopsico..." Parlava senza guardarci. Chi insegna pedagogia all'Università, i ragazzi non ha bisogno di guardarli. Li sa tutti a mente come noi si sa le tabelline.
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*Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più tempo delle elemosine, ma delle scelte. Contro i classisti che siete voi, contro la fame, l'analfabetismo, il razzismo, le guerre coloniali.
 
=== parte seconda - Alle magistrali bocciate pure, ma... ===
*Perché solo voi potete fare gli speciali? Forse al padrone preme più che funzioni il treno che la scuola. La scuola il suo figliolo ce l'ha in casa, perfino a tavola, il treno no. Al padrone basta che siate pronti a giugno a dar diplomi.
*Il danno più profondo lo fate agli scelti. [...] Ogni volta ha visto la sua pagella migliore di quella dei compagni che ha perso. I professori che hanno scritto quelle pagelle gli hanno impresso nell'anima che gli altri 99 (su 100) sono di cultura inferiore. A questo punto sarebbe un miracolo se la sua anima non ne sortisse malata.