Elena Gianini Belotti: differenze tra le versioni

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=== Citazioni ===
* [[John Stuart Mill|Mill]] indica la via più semplice e sicura per giungere a una [[conoscenza]] della [[donna]] che non sia, come spesso è, il riflesso della visione che l'[[uomo]] ha di lei: cioè quella di chiederlo direttamente all'interessata. Ma acutamente osserva che condizione essenziale perché la donna accetti di parlare di sé, di descriversi, di esporsi, è che non si senta subordinata ma uguale. Non può esistere un colloquio autentico tra persone che stiano tra loro in posizione da dominante a dominato, occorre che si sentano pari. Così anche l'uomo, per ascoltare quello che la donna ha da dire su se stessa, deve sentirla uguale a sé. Ma se l'uomo avesse voglia di ascoltare quello che le donne hanno da dire su se stesse, gran parte dei problemi tra i sessi sarebbe già risolta, cosa che è ben lontana dall'essere vera.
* A tre, quattro anni, quanto lontano cioè può spingersi il ricordo di un individuo, tutto è già compiuto nel suo [[destino]] legato al [[sesso]] cui appartiene, perché in quel periodo non c'è lotta cosciente contro l'oppressione.<br/>Le radici della nostra individualità sono profonde e ci sfuggono perché non ci appartengono, altri le hanno coltivate per noi, a nostra insaputa.
* La [[cultura]] alla quale apparteniamo, come ogni altra cultura, si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere. L'obiettivo dell'identificazione di un bambino col sesso cui è stato assegnato si raggiunge molto presto, e non ci sono elementi per dedurre che questo complesso fenomeno abbia radici biologiche.
* Che cosa può trarre di positivo un maschio dalla arrogante presunzione di appartenere a una casta superiore soltanto perché è nato maschio? La sua è una mutilazione altrettanto catastrofica di quella della bambina persuasa della sua inferiorità per il fatto stesso di appartenere al suo sesso. Il suo sviluppo come individuo ne viene deformato e la sua personalità impoverita, a scapito della loro [[vita]] in comune.<br/>Nessuno può dire quante energie, quante qualità vadano distrutte nel processo di immissione forzata dei bambini d'ambo i sessi negli schemi maschile-femminile così come sono concepiti dalla nostra cultura, nessuno ci saprà mai dire che cosa avrebbe potuto diventare una bambina se non avesse trovato sul cammino del suo sviluppo tanti insormontabili ostacoli posti lì esclusivamente a causa del suo sesso.
* In una cultura patriarcale, che pone come valori essenziali da una parte la supremazia dell'individuo di sesso maschile e dall'altra l'inferiorità dell'individuo di sesso femminile, è comprensibile che sia rigorosamente vietato mettere in discussione il prestigio dell'uomo perché ciò porterebbe fatalmente allo sgretolamento del suo [[potere]].
* I pregiudizi sono profondamente radicati nel costume: sfidano il tempo, le rettifiche, le smentite perché presentano un'utilità sociale. L'insicurezza umana ha bisogno di certezze, ed essi ne forniscono. La loro stupefacente forza risiede proprio nel fatto che non vengono ammanniti a persone adulte che, per quanto condizionate e impoverite di senso critico, potrebbero averne conservato abbastanza per analizzarli e rifiutarli, ma vengono trasmessi come verità indiscutibili fin dall'infanzia e non vengono mai rinnegati successivamente. L'individuo li interiorizza suo malgrado, e ne è vittima sia colui che li formula e li mantiene in vita contro l'altro, sia colui che ne viene colpito e bollato.
* Poiché si ''vuole'' che i maschi siano più vivaci, più vitali rispetto alle femmine, che al contrario ''devono'' essere tranquille e passive, i movimenti del feto si interpretano in questa chiave. [...] Il gioco delle aspettative, che sono opposte per i due sessi, comincia proprio qui, prima ancora che i bambini nascano, e non avrà mai [[fine]].
* Quando attribuiamo ad altri sentimenti personali, in genere negativi, facciamo una proiezione. È un meccanismo inconscio di [[difesa]] contro impulsi che vengono avvertiti come inaccettabili da parte dell'ego, e non ne sono esenti nemmeno individui molto equilibrati. Ora, la credenza diffusa che il maschio venga partorito con più facilità della femmina, [...] è appunto un meccanismo di proiezione, cioè di attribuzione ad altri dei propri impulsi ostili. La verità è che la femmina è meno desiderata del maschio, anzi spesso non lo è affatto, che il suo valore sociale è ritenuto inferiore a quello del maschio, ma non sta bene esprimere questi sentimenti negativi perché cozzano contro un altro tenace pregiudizio, cioè quello che si ''debbano'' amare i bambini. L'assenza di amore per un bambino è avvertita come una colpa grave e intollerabile: allora si rovescia la situazione, e l'ostilità verso la femmina diventa ostilità della femmina verso chi la porta in grembo.
* Chi ha il potere è ammantato di prestigio, assurge a simbolo, ha il diritto e il dovere di realizzarsi al massimo, da lui ci si aspetta che diventi un individuo, è considerato per quello che ''sarà''.<br/>Dalla femmina ci si aspetta che diventi un oggetto, ed è considerata per quello che ''darà''. Due destini del tutto diversi. Il primo implica la possibilità di utilizzare tutte le risorse personali, ambientali e altrui per realizzarsi, è il lasciapassare per il [[futuro]], è il benestare per l'egoismo. Il secondo prevede invece la rinuncia alle aspirazioni personali e l'interiorizzazione delle proprie energie perché gli altri possano attingervi. Il [[mondo]] si regge proprio sulle complesse energie femminili, che sono lì, come un grande serbatoio, a disposizione di coloro che impiegano le proprie per inseguire ambizioni di potenza.
* Se ogni figlio fosse visto come un individuo unico, provvisto di potenzialità proprie e al quale offrire il massimo per aiutarlo a svilupparsi nella ''sua'' direzione, la questione del sesso perderebbe automaticamente importanza.
 
==[[Incipit]] di'' Pane amaro''==