Edith Wharton: differenze tra le versioni

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Quelle parole erano state pronunciate dalla sua amica Alida Stair, mentre insieme prendevano il tè sul prato davanti a Pangbourne, e si riferivano alla casa in cui si trovava ora Mary, e della quale la biblioteca costituiva il cuore e il perno.
 
{{NDR|Edith Wharton - ''DopoStorie di fantasmi'' - RCSBompiani, traduzione a cura di Gabriella Ernesti}}
 
===''Ethan Frome ''===
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{{NDR|Edith Wharton - ''Ethan Frome '' - Rizzoli, traduzione a cura di Greti Ducci}}
 
===''Gli occhi''===
Eravamo dell'umore ideale per occuparci di fantasmi, quella sera dopo un'ottima cena in casa del nostro vecchio amico Culwin: tutto merito di un racconto di Fred Murchard, la cronaca di una sua singolare e personale avventura.<br />
Vista attraverso il fumo dei nostri sigari al tranquillo chiarore di un fuoco di carbone, la biblioteca di Culwin, con le sue pareti di quercia e le vecchie cupe rilegature dei libri, costituiva un ottimo scenario per simili rievocazioni; e le manifestazioni di fantasmi essendo ovviamente, dopo il preludio di Murchard, l'unico genere che ci apparisse accettabile, decidemmo di far la conta di quanti eravamo e di imporre a ciascuno di noi di dare il suo contributo. Eravamo otto, e sette riuscirono, bene o male, a soddisfare la richiesta.
 
{{NDR|Edith Wharton - ''Storie di fantasmi'' - Bompiani, traduzione a cura di Gabriella Ernesti}}
 
===''I bucanieri''===