Andrea G. Pinketts: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*La stessa differenza che intercorre tra un mandante e un esecutore. Mandare è elegante, sia che si mandi un mazzo di fiori, sia che si mandi affanculo qualcuno. Il gesto è leggero, etereo, perché privo dell'abbruttimento inevitabile presente nella fisicità. L'intenzione si fa parola e la parola, sì, diverrà gesto, ma gesto altrui, di quello che porta i fiori, di quello che va a fare in culo. L'esecutore, diciamolo, è più volgare. Il fattorino del fiorista che porta le rose imprecherà toccandone le spine. Il tipo mandato a fare in culo si scontrerà con l'ingombrante opulenza del deretano. (da ''Il conto dell'ultima cena'')
*Il giorno dopo è sempre così. Il giorno dopo qualsiasi cosa. Un anno bisestile, una passione non corrisposta, una sbornia di liquore dolce. Non riesci ad abituarti all'idea di essere già al giorno dopo. Ti ritrovi nel tuo primo pomeriggio del tuo primo di gennaio a metà novembre e ti accorgi di essere stonato, perché fuori tempo. Per gli altri è un giorno come un altro. Per te, è un giorno come te. Sei in ritardo. Non sei ancora uscito da ieri ed è già domani, anche se gli altri lo chiamano oggi. (da ''Il vizio dell'agnello'')
*Per Dirk, del saloon di Laigueglia, che è stato il Penultimo dei Neuroni e mi ha lasciato, oltre a un'immortale amicizia, una grossa responsabilità il cui nome indiano è traducibile in: "Gatta da pelare". (da ''L'ultimo dei neuroni'')
*Alice si innamorò così, come scoppiava a ridere o a piangere. Scoppiò ad amare. (da ''L'ultimo dei neuroni'')
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*L'[[amore]], nella [[vita]], è il raro momento in cui ci si incontra attendendo qualcun altro. (da ''Spara pure, è un papero'', in ''Sangue di yogurt'')
*Domada: "Cosa c'è fuori dal bar?". Risposta: "Fuori dal bar c'è fuori dal bar". Non ci sono più bottiglie allineate sotto la specchiera. C'è il disordine e, se ti vuoi specchiare, devi farlo in una vetrina di un negozio. Le auto vanno chissà dove. Rallentano come belve domate da un semaforo... poi ripartono. I bambini escono dalle scuole dove li aspettano le mamme e i maniaci. Tra qualche anno li aspetteranno le fidanzate e gli spacciatori di droga. Meglio così. È bello avere qualcuno che ti aspetta. Fuori del bar c'è il resto del mondo con la sua colonna sonora di clacson e di "stronzo, io venivo da destra". Fuori dal bar sei più basso. Nel bar eri più alto del juke-box, fuori sei più basso del grattacielo di fronte. Fuori dal bar ci sono i mendicanti sciolti sugli angoli come pupù di cani dopo la pioggia. Fuori del bar c'è il sole o la luna, a seconda di a che ora esci dal bar, a testimoniarti che il tempo è passato mentre tu finivi la birra, e che diventerai vecchio, vecchio, coi capelli bianchi come la schiuma della birra che hai bevuto per non pensarci. Fuori dal bar ci sono i cani randagi, quelli che vorrebbero avere un collare e al momento, purtroppo, hanno solo le pulci. Fuori dal bar ci sono gli ubriachi: quelli che sono stati buttati fuori dal bar. Fuori dal bar c'è un deserto pieno di gente. Meglio stare nel bar. (da ''Spara pure, è un papero'', in ''Sangue di yogurt'')
*Nei [[cimitero|cimiteri]], per quanti fiori ci siano, non è mai primavera. (da ''Il vizio dell'agnello'')
*Cos'è il [[rimorso]]? La paura della responsabilità di ciò che hai fatto o le manette a un attimo vissuto perché vivo? Il rimorso è una tomba su cui piangere lacrime di coccodrillo. (da ''Il vizio dell'agnello'')
 
==''L'assenza dell'assenzio''==