Giuseppe Ferrari: differenze tra le versioni

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'''Giuseppe Ferrari''' (1811 – 1876), filosofo e politico italiano.
 
==Citazioni di Giuseppe Ferrari==
===''La Legge Pica''===
Non potete negare che intere famiglie vengono arrestate senza il minimo pretesto; che vi sono, in quelle province, degli uomini assolti dai giudici e che sono ancora in carcere. Si è introdotta una nuova legge in base alla quale ogni uomo preso con le armi in pugno viene fucilato. Questa si chiama guerra barbarica, guerra senza quartiere. Se la vostra coscienza non vi dice che state sguazzando nel sangue, non so più come esprimermi. <ref>(Citato in Patrick Keyes O'Clery Patrick Keyes, ''La rivoluzione italiana. Come fu fatta l'Unità della nazione'', Ed. Ares, Milano, 2000, pag. 528</ref>)
 
===''Brigantaggio''===
 
I reazionari delle Due Sicilie si battono sotto un vessillo nazionale, voi potete chiamarli briganti, ma i padri e gli Avoli di questi hanno per ben due volte ristabiliti i Borboni sul trono di Napoli ed ogni qual volta la Dinastia legittima è stata colla violenza cacciata, il Napoletano ha dato tanti briganti, da stancare l’usurpatore e farlo convincere che, nel Regno delle Due Sicilie, l’unico Sovrano che possa governare, dev'essere della Dinastia borbonica.<ref> (Citato in Teodoro Salzillo, ''[http://books.google.it/books?id=dd0YAAAAYAAJ&dq=potete+chiamarli+briganti&source=gbs_navlinks_s Roma e le menzogne parlamentari]'', Malta, 1863, p.34.</ref>)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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La dignità dei popoli è varia e comprovata dai titoli diversi coi quali conquistano il loro posto nel campo della storia. Gli uni si fondano sulle armi e vivono combattendo, gli altri propugnano la libertà e vincono i regni colle republiche. Hannovi terre, come l'India e l'Arabia, fertili di profeti e di redentori, altre terre nutrono nazioni positive dedite all'industria ed al commercio, e se volessimo figurarci tutti gli stati riuniti in una grande assemblea del genere umano noi vedremmo le forze della loro sovranità tratte dalle fonti più opposte in quel modo stesso che a Vestfaglia nel 1649 o a Vienna nel 1815 ogni stato sanzionava il suo diritto a nome della chiesa o della riforma, della rivoluzione o della reazione.
 
===''La Legge Pica''===
 
Non potete negare che intere famiglie vengono arrestate senza il minimo pretesto; che vi sono, in quelle province, degli uomini assolti dai giudici e che sono ancora in carcere. Si è introdotta una nuova legge in base alla quale ogni uomo preso con le armi in pugno viene fucilato. Questa si chiama guerra barbarica, guerra senza quartiere. Se la vostra coscienza non vi dice che state sguazzando nel sangue, non so più come esprimermi. <ref>Citato in O'Clery Patrick Keyes, ''La rivoluzione italiana. Come fu fatta l'Unità della nazione'', Ed. Ares, Milano, 2000, pag. 528</ref>
 
===''Brigantaggio''===
 
I reazionari delle Due Sicilie si battono sotto un vessillo nazionale, voi potete chiamarli briganti, ma i padri e gli Avoli di questi hanno per ben due volte ristabiliti i Borboni sul trono di Napoli ed ogni qual volta la Dinastia legittima è stata colla violenza cacciata, il Napoletano ha dato tanti briganti, da stancare l’usurpatore e farlo convincere che, nel Regno delle Due Sicilie, l’unico Sovrano che possa governare, dev'essere della Dinastia borbonica.<ref>Teodoro Salzillo, ''[http://books.google.it/books?id=dd0YAAAAYAAJ&dq=potete+chiamarli+briganti&source=gbs_navlinks_s Roma e le menzogne parlamentari]'', Malta, 1863, p.34.</ref>
 
==Citazioni su Giuseppe Ferrari==
*Ferrari, incompreso e incomprensibile alla Camera, raro e interrotto sulla cattedra, non pensa ch'egli solo o per primo almeno potrebbe fondare «la scuola critica italiana» che non ha da noi né sistema, né maestri, né cultori, né cattedre, né giornali, il che torna a dire che il pensiero soccombe o tiraneggia senza esame, senza discussione, senza tace. ([[Giuseppe Guerzoni]])
 
==Note==
 
<references/>
 
==Bibliografia==