Papa Pio XII: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni di Pio XII: libertà di stampa
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*Ciò che testé è accaduto e ancora accade appariva al Nostro sguardo come una visione, quando, non essendo ancora scomparsa ogni speranza, nulla lasciammo intentato, nella forma suggeritaci dal Nostro apostolico ministero e dai mezzi a Nostra disposizione, per impedire il ricorso alle armi e tener aperta la via ad una intesa, onorevole per ambedue le parti. (dall'enciclica ''Summi Pontificatus'', 20 ottobre 1939)
*È però un fatto doloroso che oggi non si stima e non si possiede più la vera [[libertà]]. In queste condizioni la convivenza umana, come ordinamento di [[pace]], è interiormente snervata ed esangue, esteriormente esposta ogni istante a pericoli. Coloro, per esempio, che nel campo economico o sociale vorrebbero tutto riversare sulla società, anche la direzione e la sicurezza della loro esistenza; o che attendono oggi il loro unico nutrimento spirituale quotidiano, sempre meno da loro stessi – vale a dire dalle loro proprie convinzioni e conoscenze – e sempre più, già preparato, dalla stampa, dalla radio, dal cinema, dalla televisione; come potrebbero concepire la vera libertà, come potrebbero stimarla e desiderarla, se non ha più posto nella loro vita? Essi cioè non sono più che semplici ruote nei diversi organismi sociali; non più uomini liberi, capaci di assumere e di accettare una parte di responsabilità nelle cose pubbliche. Perciò, se oggi gridano: Mai più la [[guerra]]!, come sarebbe possibile fidarsi di loro? Non è infatti la loro voce; è la voce anonima del gruppo sociale, nel quale si trovano impegnati. Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la [[Chiesa]] nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana, elemento indispensabile, secondo la concezione cristiana, dell'ordine sociale, considerato come organizzazione di pace. Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una [[società]] ridotta a puro automatismo. Tale è la purtroppo diffusa debolezza di un mondo che ama di chiamarsi con enfasi "il mondo libero". Esso si illude e non conosce se stesso (dal radiomessaggio del [[Natale]] 1951)
*Gli uomini, così i singoli come la umana società, e il loro bene comune, sono sempre legati all'assoluto ordine dei valori stabiliti da Dio. [...] Si verrebbe quindi a lederlo e a scardinare la difesa della pubblica moralità [...] se, per citare un esempio, si concedesse, senza riguardo all'ordine supremo, una incondizionata libertà alla stampa e al “film”. Nel qual caso non si riconoscerebbe il diritto alla vera e genuina libertà, se si permettesse alla stampa e al “film” di scalzare i fondamenti religiosi e morali della vita dl popolo. (da ''Allocuzione di Capodanno alla nobiltà romana'' dell'8 Gennaio 1947, citato in E. Rossi, ''Il Sillabo e dopo'', ed. Riuniti 1965)
*Il sentimento della modestia si accompagna al sentimento della religione. (citato in [[Fulton J. Sheen]], ''Tre per sposarsi'', Edizioni Richter, Napoli 1964)
*La bella [[musica]] è un linguaggio universale che parla direttamente da [[cuore]] a cuore, oltre i muri, oltre i confini delle nazioni. (citato in [[Salvino Chiereghin]], ''La musica, divina armonia'', SEI, Torino 1953.)