Pedro Calderón de la Barca: differenze tra le versioni

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*Questo triste [[mondo]], che veste chi è vestito e spoglia gli ignudi. (da ''Il Gran teatro del mondo''; citato in ''Focus'' n. 73, p. 166)
*Il [[valore]] è figlio della prudenza, non della temerarietà. {{c|Fonte?}}
*Violento ippogrifo che corresti a gara col vento, fulmine senza fiamma, uccello senza colore, pesce senza squame e bruto senza istinto naturale, dove ti sfreni, dove ti trascini, dove ti precipiti nel confuso labirinto di queste rocce nude? (da ''La vita è sogno'', traduzione di Antonio Gasparetti, Einaudi, Torino, 1980)
*La tua [[voce]] ha avuto il potere di intenerirmi; il tuo aspetto mi trattiene, e provo per te un rispetto che mi turba. Chi sei? (da ''La vita è sogno'', traduzione di Antonio Gasparetti, Einaudi, Torino, 1980)
*E badate che è azione indegna [[lusinga|lusingare]] con le parole e uccidere con l'intenzione: è azione da belva feroce, madre d'[[inganno]] e di [[tradimento]]. (da ''La vita è sogno'', traduzione di Antonio Gasparetti, Einaudi, Torino, 1980)
*Non chiamar [[vita]] quella che io t'ho dato: un uomo ben nato non vive, se vive sotto il peso di un [[oltraggio]]. Se sei venuto per [[vendetta|vendicare]] un'onta, stando a quel che m'hai detto, io non ti ho potuto dare la vita che hai perso: una vita infame non è vita. (da ''La vita è sogno'', traduzione di Antonio Gasparetti, Einaudi, Torino, 1980)
*Non c'è finestra più sicura di quella che, senza dover pregare un distributore di biglietti, ogni uomo porta con sé, perché in qualunque festa, spigliato e spogliato, egli s'affaccia alla sua sfacciataggine. (da ''La vita è sogno'', traduzione di Antonio Gasparetti, Einaudi, Torino, 1980)
*''Io sogno di esser qui | oppresso da questa prigione | e ho sognato che in un altro stato | più lusinghiero mi sono visto. | Che è la vita? Un delirio. | Che è la vita? Un'illusione, | un'ombra, una finzione, | ed il bene più grande è piccolo; | che tutta la vita è sogno | ed i sogni, sogni sono.'' (da ''La vita è sogno'', giornata II, scena XIX; citato in [[José Rizal]], ''Noli me tangere'', traduzione di Vasco Caini, Debatte, Livorno, 2003, p. 161. ISBN 88-86705-26-3)