Luigi Pulci: differenze tra le versioni

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sonetti da Opere minori
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*''Non ti doler delle cose passate: | que' che son morti, Iddio gli facci sani. | Vedrai ch'io l'uccidrò con le mie mani. | Tra pazzi e pazzo e bestie e bestia fia, | ché ci è ben di due gambe bestie ancora: | forse a qualcuna uscirà la pazzia.'' (XIII-57,58)
*''Orlando disse: - Tu mi pari or [[saggezza|saggio]], | ché quel che non puoi, vender vuoi don farne.'' (XV-50)
*''Rispose allor Margutte: - A dirtel tosto, | io non credo più al nero ch'a l'azzurro, | ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto; | e credo alcuna volta anco nel burro, | nella cervogia, e quando io n'ho, nel mosto, | e molto più nell'aspro che il mangurro; | ma sopra tutto nel buon [[vino]] ho fede, | e credo che sia salvo chi gli crede.'' (XVIII-115)
*''Sempre i giusti son primi i lacerati: | io non vo' ragionar più della [[fede]], | ch'io me ne vo poi in bocca a questi frati | dove vanno anche spesso le lamprede, | e certi scioperon pinzocorati | rapportano: - Il tal disse, il tal non crede.'' (XXVIII-42)
*''Vostri argumenti e vostri sillogismi, | tanti maestri, tanti bacalari, | non faranno con loïca o soffismi | ch'alfin sien dolci i miei lupini amari; | e non si cercherà de' barbarismi, | ch'io troverrò ben testi che fien chiari: | per carità per sempre vi sia detto; | e non si dirà poi più del sonetto.'' (XXVIII-46)