Valerio Evangelisti: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Rogério de Campos pensò che la sua ora fosse venuta. Il ponte del ''Rey de Reyes'' somigliava al pavimento di un mattatoio. Il sangue scorreva a rivoli o si espandeva a macchie, tra gli alberi abbattuti, i fasci di vele e gli intrichi di sartiame reciso. Alcuni moribondi e mutilati si lamentavano ancora, oppure gridavano invocando Gesù o la Madonna. I pirati si aggiravano tra i corpi, tagliando con freddezza la gola ai superstiti, e gettando i cadaveri in mare, anche quandosi trattava di loro compagni senza speranze di guarigione. Spazzavano via i piedi di cervo, i chiodi a quattro punte lanciati al momento dell'assalto. L'odore di sangue era così penetrante da superare quello della salsedine, e stordiva.
 
===Citazioni===
*«Vi sto proponendo una speranza concreta, capitano De Graaf. Rendite, schiavi, entrate sicure. Non vi state battendo per questo?»<br />«Niente affatto» rispose Lorencillo. «Mi batto per il contrario. Soldi da spendere subito, morte dietro l'angolo, gustare tutti i piaceri della vita. Non so come cadrò, però avrò di sicuro la sciabola in mano...» (p. 62)
*«[...] Sul ''Conqueror'' avete assistito alla fase mediana dell'evoluzione di un pirata. Questi, a quel punto della sua carriera, ha colto la natura ferina che si cela sotto le parvenze umane e ha cominciato ad abbandonarvisi. [...] L'ultima fase è quella in cui la ferocia naturale è tradotta in filosofia. L'egoismo più sfrenato è spacciato come libertà, la spietatezza più estrema diventa norma di condotta morale. La belva che è in tutti noi non solo ferisce e uccide, ma cerca giustificazioni etiche alle sue malefatte. Le peggiori torture diventano "inevitabili", ogni uccisione è legittimata sulla base del "dobbiamo pur sopravvivere". ''A la guerre comme à la guerre''. Non si ammette che l'uomo è in sé una fiera. (De Lussan a Rogério, pp. 103-104)
*Tutti i Fratelli della Costa erano in fondo così, pensò Rogério. Capaci di spingersi oltre ogni limite morale e di commettere qualsiasi nefandezza. Totalmente insensibili alla pietà e al dolore proprio e altrui. La differenza tra De Lussan e gli altri filibustieri era che il medico teorizzava l'ineluttabilità di quei comportamenti, mentre gli altri si limitavano a seguire gli istinti. (p. 109)
*«Sapete qual è la forza dei pirati? [...] Vogliamo denaro, fuori da ogni regola. Arraffiamo di tutto e vendiamo di tutto, uomini inclusi. Noi siamo il futuro, e nessuno ci fermerà.» (De Lussan a Rogério, pp. 125)
*«Crederò all'anima quando l'avrò sulla punta del mio bisturi. Siamo esseri senzienti, sì, ma solo perché fisiologicamente più complessi degli animali. In realtà ci comportiamo come loro, senza riconoscerlo.» (De Lussan a Exquemeling, p. 149)
*«Ritengo giusto che un uomo ne possieda un altro, se è più forte di lui. Che lo torturi e lo squarci come un sacco vuoto, purché ciò rientri nella sua convenienza. Ma, per favore, non si invochi qualche norma morale nel fare ciò. Mi piacciono i Fratelli della Costa proprio perché rubano, uccidono, torturano e violentano senza giustificazioni etiche. Gli spagnoli mi sono odiosi perché fanno lo stesso, però ogni volta dicono che Dio benedice le loro azioni.» (De Lussan a Exquemeling, p. 149)
*«Voi sapete leggere?» (capitano Andrieszoon)<br />«Sì, anche se ormai lo faccio raramente.» (Rogério)<br />«Se vi ricapitasse, scartate le storie piacevoli, le commedie, le poesie d’amore e licenziose, le narrazioni edificanti, i trattati filosofici. Robaccia. Solo le tragedie hanno valore: vi si narra di come un uomo muore, uccide, vede uccidere, lascia che qualcuno sia ucciso.» (capitano Andrieszoon)<br />«Dunque, secondo voi, è il male l’essenza della vita.» (Rogério)<br />«No, lo è la morte, che non è né bene né male: è inevitabile.» (capitano Andrieszoon) (p. 157)
*«Che strana isola è la Tortuga. Sembra la patria stessa della libertà, eppure si fonda sullo schiavismo, esteso persino ai bianchi. Non riesco a cogliere ciò che collega queste contraddizioni». (Rogério)<br />«Un elemento c'è, se vi riflettetete bene. [...] La società di qui si fonda sul denaro e non ha altri valori. Si rischia la vita per l'oro, e si passa il resto del tempo a spendere. Si comperano donne, uomini, cose, animali, generi da consumare in fretta, prima di morire. Non esistono altre leggi. È questo che dà una sensazione di libertà, a volte inebriante. Si uccide per guadagnare, si guadagna per spendere. Poi si torna a uccidere, finché non si è ammazzati da qualcuno più forte. Si contano sulle dita i filibustieri che muoiono nel loro letto. Ancora meno sono quelli che muoiono ricchi. L'oro che hanno accumulato è circolato in altre mani. L'unica norma etica della Tortuga è "''homo homini lupus''".» (Exquemeling)<br />[...] «Non sono molto d'accordo» obiettò. «Tra gli avventurieri, come anche tra i bucanieri, pare prevalere la fraternità.» (Rogério)<br /> «Così credono anche loro, e se ne compiacciono. La verità è che si tratta di una sorta di fratellanza tra lupi. Non sono affatto amichevoli verso chi non appartiene al loro branco. Il calcolo che li unisce è elementare: per predare, è indispensabile fare gruppo.» (Exquemeling)<br />«Mi sono sembrati, tutto sommato, molto religiosi.» (Rogério)<br />«Altra illusione. Fra le tante cose che comperano, finché hanno soldi, vi è la grazia di Dio. L'Olonnais e Michel Le Basque erigevano chiese, sì, però dopo avere violato per mesi tutti i comandamenti possibili... Ma è inutile che io prosegua. Ormai l'avrete capito. La Tortuga sembra il paradiso. Invece è l'inferno.» (Exquemeling) (pp. 176-177)
*[La Tortuga] aveva una caratteristica sua propria. Malgrado l'intensa fede cristiana dei pirati, i traffici di merci materiali e umane non erano posti sotto l'egida divina. Si vendeva ogni cosa, si acquistava di tutto. Ogni spagnolo avrebbe, dopo uccisioni e crudeltà efferate, implorato l'ausilio della fede a giustificazione dei suoi atti, compiuti in vista di un bene supremo. Alla Tortuga nessuno si sarebbe sognato di invocare Dio a protezione della sue gesta. C'era oro e bisognava attingervi, per legge naturale. Dio era lodato di tanto in tanto, più come complice che come padrone. (p. 181)
*«La Filibusta è un modo di riconoscere i propri istinti. Essere squali e volere mangiare. Non esiste nient'altro. Agli squali la gloria, ai pescetti la morte.» (Hubert Macary)<br />«Eppure vi dite cattolico!» (Rogério)<br />«Lo sono. La Chiesa, finora, non si è comportata in maniera differente. Mangia, uccide o fa uccidere, ingloba ricchezze e perdona. Salvo rare eccezioni, che non la cancellano dalla categoria degli squali.» (Hubert Macary) (p. 194)
*«Campeche potrebbe essere l'ultima tappa.» (Exquemeling)<br />«La pirateria non finirà tanto presto.» (Rogério)<br />«Potrebbe però finire la pirateria degli uomini liberi e coraggiosi. La nostra parvenza di controsocietà. Di repubblica dei rifiutati dagli Stati civili.» (Exquemeling)<br />«Nulla scompare per sempre. Dopo un naufragio, rimangono frammenti a galleggiare.» (Rogério)<br />«Non parlo di sparizione assoluta. Parlo di un fenomeno di ribellione che diventa norma di condotta e di governo. È così che si fiaccano le insorgenze.» (Exquemeling) (p. 229)
*«Alla Tortuga [...] la guerra non ha pretesti. Si ruba, si uccide, si prende, si muore. [...] Il problema non è la guerra, sono le regole di chi la fa. La Tortuga è questo: è la guerra con regole. Furto, omicidio e rapina, però disciplinati.» (De Grammont, p. 286)
*L'uomo che aveva di fronte, se apparteneva all'inferno, somigliava più a Lucifero che a Satana. Capace di operare il male, però terribilmente seducente, nella sua malinconia. Suggeriva sincerità e lealtà innate, sopravvissute alla fatalità che lo aveva condotto alla dannazione. Era chiamato in origine ad altri destini. Ora sterminava per mestiere, ma pur nel crimine manteneva una certa etica. Gli uomini ai suoi ordini, a partire da Lorencillo, non gli somigliavano neanche un poco. (Rogério su De Grammont, p. 288)
 
===[[Explicit]]===