Brigantaggio: differenze tra le versioni

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il brano si riferisce allo stato che prima si chiamava Regno di Sardegna, dal 1861 Regno d'Italia e dal 1945 Repubblica italiana, che è lo stesso stato
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*Questo momento storico è fondamentale per la comprensione del fenomeno sociale detto "Brigantaggio". Infatti ormai la storiografia ufficiale sta finalmente considerando il fenomeno con una valenza storiografica-sociale che invece prima era oscurata dalla storia retorica del risorgimento, in cui i Savoia erano i "buoni" mentre i briganti erano solo dei criminali. Ora si pone l'attenzione più verso le cause che hanno determinato l'evento e soprattutto nel fatto di considerarlo una reazione partita dal basso, senza bandiere o padroni, che si prefiggeva come scopo la liberazione dai soprusi che il nuovo ordine politico stava effettuando nell'Italia unificata. La reazione dei contadini che vivevano in una società funzionale, in una burocrazia giusta, un' economia basata su piccole industrie, un'agricoltura arretrata ma che garantiva una vita adeguata, andò contro uno stato Savoiardo amministrativamente arretrato che non fece altro che smontare letteralmente tutte le aziende meridionali, confiscare la flotta navale napoletana, istituire tasse come quella sul macinato, istituire la leva militare obbligatoria. Dalle terre lucane partì dunque la rivolta dei contadini che tenne in scacco l'esercito piemontese per oltre un quinquennio. (Giuseppe Ressa e Alfonso Grasso, ''Il Sud e l'Unità d'Italia''<ref>[http://www.morronedelsannio.com/sud/index.htm Il Sud e l'Unità d'Italia] di Giuseppe Ressa e Alfonso Grasso.</ref>)
*Si sostenne, oltre alle guerre, la lunga e dolorosa guerriglia del brigantaggio, inacerbitosi nell'Italia meridionale, come di solito nelle rivoluzioni e nei passaggi di governo, e che fu domato finalmente e per sempre: cosicché la parola 'brigantaggio' poté a poco a poco dissociarsi dal nome del paese d'Italia, al quale era stata congiunta forse più che ad altra parte di [[Europa]], almeno nei tempi moderni. ([[Benedetto Croce]])
*Noi giuriamo davanti a Dio e dinanzi al mondo intiero di essere fedeli al nostri augustissimo e religiosissimo sovrano Francesco II (che Dio guardi sempre); e promettiamo di concorrere con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze al suo ritorno nel regno; di obbedire ciecamente a tutti i suoi ordini, a tutti i comandi che verranno sia direttamente, sia per i suoi delegati dal comitato centrale residente a Roma. Noi giuriamo di conservare il segreto, affinché la giusta causa voluta da Dio, che é il regolatore de' sovrani, trionfi col ritorno di Francesco II, re per la grazia di Dio, difensore della religione, e figlio affezionatissimo del nostro Santo Padre Pio IX, che lo custodisce nelle sue braccia per non lasciarlo cadere nelle mani degli increduli, dei perversi, e dei pretesi liberali; i quali hanno per principio la distruzione della religione, dopo aver scacciato il nostro amatissimo sovrano dal trono dei suoi antenati. Noi promettiamo anche coll'aiuto di Dio di rivendicare tutti i diritti della Santa Sede e di abbattere il lucifero infernale Vittorio Emanuele e i suoi complici. Noi lo promettiamo e lo giuriamo! (Giuramento dei volontari del Comitato Generale di resistenza "Associazione Religiosa")<ref>[[Marco Monnier]], '''[http://books.google.com/books?id=ozZJAAAAIAAJ&pg=PA1&dq=Monnier+Notizie+documenti+sul+brigantaggio+nelle+province+napoletane&hl=it&ei=kl2nTMWwIpGcOtqoxZkM&sa=X&oi=book_result&ct=book-thumbnail&resnum=1&ved=0CCwQ6wEwAA#v=onepage&q&f=false Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle province napoletane]''', [[G. Barbèra Editore]], [[Firenze]] [[1862]], pp. 73-74</ref>
 
==Note==