Rustico Filippi: differenze tra le versioni

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tant'è salvaggio pare una tempesta.</poem>
 
<poem>*XXI
Dovunque vai conteco porti il cesso ,
oi buggeressa vecchia puzzolente,
che quale-unque persona ti sta presso
si tura il naso e fugge inmantenente.
Li dent'i•le gengìe tue ménar gresso,
ché li taseva l'alito putente;
le selle paion legna d'alcipresso
inver' lo tuo fragor, tant'è repente.
Ch'e' par che s'apran mille monimenta
quand'apri il ceffo: perché non ti spolpe
o ti rinchiude, sì ch'om non ti senta?
Però che tutto 'l mondo ti paventa:
in corpo credo figlinti le volpe,
ta•lezzo n'esce fuor, sozza giomenta.</poem>
 
<poem>*XXVI
Da che guerra m'avete incominciata,
paleserò del vostro puttineccio,
de la foia, che tanto v'è montata
che non s'atuteria per pal di•lleccio.
Non vi racorda, donna, a la fiata
che noi stemmo a San Sebio in tal gineccio?
E se per moglie v'avesse sposata,
non dubbiate ch'egli era un bel farneccio.
Che foste putta il die che voi nasceste
ed io ne levai saggio ne la stalla:
ché 'l culo in terra tosto percoteste,
e sed io fosse stato una farfalla,
maraviglia saria, sì mi scoteste:
voi spingate col cul, quando altri balla.</poem>
 
==Bibliografia==