Alberto Pezzotta: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Silvana Mangano]]}} Poche dive del nostro cinema hanno saputo calarsi con altrettanta naturalezza nei panni di una popolana e in quelli di una nobildonna. Miss Roma a sedici anni, figlia di padre siciliano e madre inglese, diventa star con «Riso amaro» di [[Giuseppe De Santis]], nel 1948, imponendosi come primo sex symbol del neorealismo. Il suo mambo in «Anna» di [[Alberto Lattuada|Lattuada]] (canta: «Arriva il negro Zumbon/ballando allegro il bajon») nel 1951 turba gli italiani, e se ne ricorda [[Nanni Moretti|Moretti]] in «Caro diario». Nel 1959, come prostituta veneta di «La grande guerra» di [[Mario Monicelli|Monicelli]], tiene testa ai colossi [[Alberto Sordi|Sordi]] e [[Vittorio Gassman|Gassman]]. Per [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]] sarà Medea in «Edipo Re» (1967). Anche [[Luchino Visconti]] la vorrà di sangue blu – in «Morte a Venezia» e «Ludwig» – ma in «Gruppo di famiglia in un interno» (1974) la trasforma in un' arricchita. (citato in ''Corriere della sera'', 13 dicembre 2006)
*''Prova d' orchestra'' di [[Federico Fellini|Fellini]] è uno dei film più amati dai musicisti. All'epoca sembrò una metafora dell'Italia del 1979, sindacalizzata e allo sbando; ma il caos che mette in scena è universale. (citato in ''Corriere della sera'', 5 dicembre 2007)
*«Riso amaro» (1949) occupa un posto importante nella storia del cinema e in quella del costume. [[Giuseppe De Santis]] seppe fondere realismo sociale e mélo, mitologia e riflessione sui media, con un occhio all'epica sovietica e uno al noir hollywoodiano; e la mondina [[Silvana Mangano]] si impose come oggetto di desiderio. (citato in ''Corriere della sera'', 14 ottobre 2004)
 
{{intestazione|Tutto Ozpetek, dalle «Fate» alle «Mine», ''Corriere della Sera'', 20 maggio 2010}}
*Il film più amato: forse «La finestra di fronte», dove l'emancipazione della mogliettina insoddisfatta ([[Giovanna Mezzogiorno]]) passa attraverso la creatività pasticcera. [...] Il film che ha convinto anche i suoi detrattori (non pochi, anche in ambito gay): il recente «Mine vaganti».
*Nei suoi otto film ha fatto specchiare un'[[Italia]] incasinata e infelice, ma desiderosa di sentirsi più tollerante e colorata. Di rado è incappato in un film sbagliato o in un mezzo insuccesso, come «Un giorno perfetto» tratto da un soggetto non suo.
 
 
 
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