Vincenzo Monti: differenze tra le versioni

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''La spada di Federico II''
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citazioni
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*{{NDR|[[Amore]]}} ''A far dell'alme strazio | Venne così quel crudo | Di ree vicende artefice | Fanciul bendato e nudo''. (da ''L'amor pellegrino'', p. 251)<ref name=Ber>''Poesie'', Tipografia Bernardo Virzì, Palermo 1855</ref>
*''Bella [[Italia]], amate sponde, | Pur vi torno a riveder | Trema in petto, e si confonde | L'alma oppressa dal piacer. Tua bellezza, che di pianti | Fonte amara ognor ti fu, | Di stranieri e crudi amanti | T'avea posta in servitù''. (da ''Inno per la battaglia di Marengo'', p. 411)<ref name=Ber></ref>
*''Finché l'uom la desia, leggiadro oggetto | Certo è la [[donna]], e cosa alma e divina; | Ma nel possesso il ben cangia d'aspetto; | Muore la rosa e vi riman la spina''. (''Per le nozze Paolucci-Mazza'', 1789)<ref name=Ope>citato in ''Opere'' di Vincenzo Monti, Volume unico, Francesco Rossi-Romano, Napoli 1862</ref>
*''Ha cuor villano, e libertà non merta | chi l'amico lasciò nella catena''. (da ''Il pericolo'', p. 413)<ref name=Ber></ref>
*Il [[cuore]] vuole sempre la parte sua nelle operazioni dell'intelletto. (da ''Lezioni di eloquenza e Prolusioni accademiche'')
*Il secondo articolo delle vostre Osservazioni è un capo d'opera. Io ne sono incantato dopo la quarta e la decima lettura, e non v'è prosa che in soggetto di critica mi abbia mai fatta una si gagliarda e dolce impressione. Chiunque abbia fior di senno argomenterà dal vostro scritto che voi sarete un giorno il massimo de' Critici e per sicurezza di giudizio, e per profondila di sentimento, e per evidenza e precisione di stile, e per tutte quelle prerogative che distinguono dallo scrittore pedante lo scrittore eloquente e filosofo .... Niuno ha mai parlato di [[Dante]] così degnamente; niuno ne ha mai più sottil mente sviluppato lo spirito. Ma il vostro capo d'opera ha un difetto universale, e questo è la troppa lode che date all'imitatore di [[Dante]]. In verità mi sento impotente a sostener questo peso, e vi prego di mitigarlo. A saziare il mio amor proprio mi basta quell' ''Eliseo avviluppato nel mantello del suo maestro''; mantello che non darei per tutte le porpore dell'universo. (da una lettera a [[Francesco Torti]], citato in [[Francesco Torti]], ''Dante rivendicato: Lettera al sig. Cavalier Monti'', p. 11, Tipografia Tomassini, Fuligno 1825)
*L'[[Iliade]] fu sempre il poema de' valorosi. Sono ancor celebri le generose lagrime d'[[Alessandro Magno|Alessandro]] sulla tomba di Achille; ed è pure fra gli uomini divulgato che quel grande conquistatore solea chiamare l'Iliade il viatico delle sue spedizioni. (dalla dedica a Eugenio Napoleone, Milano 1810)<ref name=Ope>citato in ''Opere'' di Vincenzo Monti, Volume unico, Francesco Rossi-Romano, Napoli 1862</ref>
*''L'ira di [[Dio]] su te mormora e rugge, | O [[Italia]], o donna sonnolenta ed orba, | Sanguigno il [[Sole]] le fresch'aure adugge, | L'aure, che il lezzo di tue colpe ammorba''. (''All'Italia'' )<ref name=Ope></ref>
*''Nome d'[[Amore|Amor]] gli diedero | Le cieche genti, e piacque''. (da ''L'amor pellegrino'', p. 251)<ref name=Ber></ref>
*''Non il silenzio sempre di natura, | Né dei venti la calma e delle stelle | I disegni di [[Dio]] compie e matura: | Talvolla ancor fra i lampi e le procelle | Più luminoso il suo pensier traluce, | E le divine idee fansi più belle''. (da ''Il pellegrino apostolico'', canto II, p. 230)<ref name=Ber></ref>
*{{NDR|A [[Francesco Torti]]}} Non posso saziarmi di leggere e rileggere il primo articolo delle vostre Aristoteliche Osservazioni {{NDR|Sulla ''Basvilliana''}}. Sto quasi sul punto, di progettarvi il cambio delle nostre fatiche, pigliandomi io la gloria delle Osservazioni, e voi quella della Cantica. Non vi adulo: non si può scrivere ne con più forza, né con più precisione, né con più senno. Quanti l'han letta (e son molti, perché vi so dire che qui v'ha molti che vi stimano) tanti ne sono rimasti incantati . Perloché sollecitate il vostro lavoro, che essendo in compagnia noi voleremo ambedue più allegri e più sicuri nella carriera della gloria. (da una lettera a [[Francesco Torti]], citato in [[Francesco Torti]], ''Dante rivendicato: Lettera al sig. Cavalier Monti'', Tipografia Tomassini, Fuligno 1825)
*''Oh! squarciatemi il velo, e l'inumana | storia m'aprite di que' vili astuti; | date agli occhi di pianto una fontana! | La voce alzate, o secoli caduti! | Gridi l'Africa all'Asia, e l'innocente | ombra d'[[Ipazia]] il grido orrendo aiuti. | Gridi irata l'Aurora all'Occidente, | narri le stragi dall'altare uscite; | e l'Occaso risponda all'Oriente.'' (da ''Il fanatismo'')
*''Quando ti pose [[Amore|amor]] luci sì belle | lo giurerei che per gli eterei varchi | In quel dì si perdettero due stelle. | Da voi, begli [[Occhio|occhi]], a riguardar sì parchi | Piovon dolci sul cuore auree fiammelle''. (da ''Sotto due neri sottilissim'archi'')<ref name=Ope></ref>
*''Questi è il rosso di pel, [[Ugo Foscolo|Foscolo]] detto | sì falso che falsò fino sé stesso | quando in Ugo cambiò ser Nicoletto. | Guarda la borsa se ti vien appresso''.<ref>Questa quartina fu scritta dal Monti in risposta al distico dedicatogli dal Foscolo. L'ultimo verso è un riferimento alla passione del Foscolo per il gioco, nel quale egli perdeva regolarmente forti somme.</ref> (dalla lettera all'abate Urbano Lampredi, Milano, 27 marzo 1827, in ''Epistolario'')
*''Sognai d'essere venuto alle nozze d'una bella e casta vergine, e mi sono svegliato fra le braccia d'una laida [[Prostituzione|meretrice]]''. (citato in [[Gianfrancesco Rambelli]], ''Notizie intorno alla vita e alle opere del cavaliere Vincenzo Monti'')