David Gemmell: differenze tra le versioni

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Creata pagina con ''''David Gemmell''' (1948 – 2006), scrittore britannico. ==Incipit di alcune opere== ===''Il leone di Macedonia''=== Tutto cominciò a causa del morboso desiderio di cono...'
 
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==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Cuore di corvo''===
Il freddo sole invernale stava tramontando ma la luminosità contro le palpebre chiuse gli procurava una sensazione piacevole, colorando d'oro Lanovar che giaceva seduto a terra con la schiena contro un masso. Lanovar sospirò, aprì gli occhi e vide l'imponente figura di Jaim Grymauch al suo fianco che lo fissava.<br>
«Lascia che ti porti dalla Wyrd, Lan» gli disse. «Userà qualche antico incantesimo di guarigione e te la caverai.»<br>
«Tra un po', amico mio. Rimaniamo qua ancora per qualche minuto, così potrò recuperare le forze.»
 
===''Guerrieri d'inverno''===
Quella fredda e dura notte di tardo inverno aveva una bellezza particolare e agghiacciante. Le stelle brillavano come diamanti contro il cielo limpido che sovrastava le montagne. La neve, che ricopriva i pini e i cedri, dominava un paesaggio monocromo e immoto. Il silenzio era turbato solo dall'occasionale e improvviso scricchiolio di un ramo sovraccarico, o dal fruscio del gelido vento del nord che portava con sé l'eco di un blocco di neve caduto a terra.
 
===''I cavalieri del Gabala''===
Aveva nove anni e il suo animo era pervaso in pari misura di dolore e di gioia mentre volava sotto le stelle e su una terra ammantata di luce lunare. Si trattava di un sogno... perché perfino i ragazzini di nove anni sanno che le persone non possono volare davvero... e tuttavia in quel momento e indipendentemente dal fatto che si trattasse di un sogno, lui era solo e libero.<br>
Non c'era nessuno a castigarlo per aver rubato un pasticcino al miele, nessuno che lo percuotesse per aver trascurato di vedere una ditata sull'argento che aveva lucidato per ore interminabili.
 
===''Il leone di Macedonia''===
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===''Il re dei fantasmi''===
Fissando con espressione cupa le fredde mura grigie del castello, il ragazzo si chiese se le segrete potessero essere ancora più inospitali di quella gelida stanza della torre, con l'unica finestra che si apriva come un occhio spalancato proprio nella direzione da cui soffiava il vento del nord. Certo, c'era un fuoco che ardeva nel camino, ma avrebbe potuto essere una delle illusioni di Maedhlyn per il calore che forniva, perché le grandi lastre di pietra grigia lo assorbivano subito senza dare nulla in cambio tranne uno spettrale riflesso che sembrava farsi gioco delle fiamme.
 
===''L'eroe nell'ombra''===
Il capitano mercenario Camran Osir trattenne il cavallo sulla cresta della collina e si girò sulla sella per osservare la pista fra i boschi alle sue spalle. I dodici cavalieri sotto il suo comando uscirono dagli alberi in fila indiana e si fermarono mentre lui osservava l'orizzonte. Togliendosi l'elmo di ferro, Camran si passò le dita nei lunghi capelli biondi, permettendosi per un momento il piacere della brezza tiepida che gli asciugava il sudore dal cuoio capelluto. Gettò un'occhiata alla ragazza prigioniera sul cavallo accanto a lui. Aveva le mani legate, un'espressione di sfida negli occhi scuri. Le sorrise, e la vide impallidire. La ragazza sapeva che l'avrebbe uccisa, di una morte dolorosa. Camran sentì il sangue pulsare caldo nelle reni. Poi la sensazione passò. I suoi occhi azzurri si strinsero percorrendo la vallata in cerca di tracce.
 
===''L'ultima spada del potere''===
Con la schiena rivolta alla porta e le mani posate sul davanzale di pietra della stretta finestra, Rivelazione era intento a scrutare con lo sguardo la foresta sottostante, osservando un falco in caccia che volava in cerchio sotto le nubi sempre più fitte.<br>
«È cominciato, mio signore» avvertì l'anziano messaggero, inchinandosi a quell'uomo alto che portava una tonaca monacale di lana marrone.<br>
Rivelazione si girò lentamente e fissò con i suoi occhi grigio fumo l'uomo che aveva davanti, che distolse i propri perché incapace di sopportare l'intensità di quello sguardo.
 
===''L'ultimo dei guardiani''===
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— Volete sapere come si sta sulla montagna? — chiese il colosso, con voce indistinta, sputando un po' di sangue che gli macchiò la barba rossa striata d'argento.<br />
I suoi assalitori si scagliarono in avanti e lui accolse il primo con un devastante pugno al mento che lo mandò a crollare sul pavimento coperto di segatura. Ignorando la pioggia di colpi che gli grandinava addosso, l'uomo abbassò la testa calva e si lanciò alla carica contro i tre avversari ancora in piedi, ma scivolò e finì a terra, trascinando un altro uomo con sé. Uno stivale scattò verso il suo volto, ma lui sollevò un braccio e fece cadere l'aggressore all'indietro. Infine il brutto colosso si alzò barcollando e si appoggiò al balcone di legno, socchiudendo gli occhi nel vedere due degli assalitori che estraevano una daga dalla cintura. Abbassato rapidamente il braccio destro, il gigante sfilò dallo stivale un lungo coltello per scuoiare, a doppia lama e terribilmente affilato.
 
===''La leggenda dei Drenai''===
L'araldo drenai attendeva nervosamente dall'altra parte delle grandi porte della sala del trono, fiancheggiato da due guardie nadir i cui occhi obliqui tenevano lo sguardo fisso sull'aquila di bronzo raffigurata sul legno scuro. L'araldo si umettò le labbra aride con una lingua ancora più arida ed assestò il mantello color porpora sulle spalle ossute. Si era sentito così sicuro di sé, nella sala del consiglio di Drenan, posta un migliaio di chilometri più a sud, quando Abalayn gli aveva chiesto di intraprendere questa delicata missione: un viaggio fino alla distante Gulgothir per ratificare i trattati stipulati con Ulric, signore delle tribù nadir.
 
===''Le spade dei Drenai''===
Gli alberi erano coperti di neve, e la foresta attendeva, sotto di lui, come una sposa riluttante. Per qualche tempo, sostò fra le rocce, scrutando i pendii; la neve si raccolse sul mantello orlato di pelliccia e sull'ampia tesa del cappello, ma lui l'ignorò, così come ignorò il gelo che gli penetrava nella carne fino a intorpidirgli le ossa. Sarebbe anche potuto essere l'ultimo uomo ancora vivo su un pianeta morente.<br>
E quasi desiderava di esserlo.
 
===''Un lupo nell'ombra''===
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==Bibliografia==
*David Gemmell, ''Cuore di corvo'', traduzione di Nicola Gianni, Fanucci, 2003. ISBN 8834709608
*David Gemmell, ''Guerrieri d'inverno'', traduzione di Nicola Gianni, Fanucci, 2000. ISBN 8834707516
*David Gemmell, ''I cavalieri del Gabala'', traduzione di Annarita Guarnieri, Nord, 1999. ISBN 8842910708
*David Gemmell, ''Il leone di Macedonia'', traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1993.
*David Gemmell, ''Il re dei fantasmi'', traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1993.
*David Gemmell, ''L'eroe nell'ombra'', traduzione di Paola Cartoceti, Fanucci, 2002. ISBN 8834708695
*David Gemmell, ''L'ultima spada del potere'', traduzione di di Annarita Guarnieri, Ed. Nord, 1993.
*David Gemmell, ''L'ultimo dei guardiani'', traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1991.
*David Gemmell, ''L'ultimo eroe dei Drenai'', traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1992.
*David Gemmell, ''La leggenda dei Drenai'', traduzione di Nicola Gianni, Fanucci, 2003. ISBN 8834709616
*David Gemmell, ''Le spade dei Drenai'', traduzione di Nicola Gianni, Fanucci, 2003. ISBN 8834709799
*David Gemmell, ''Un lupo nell'ombra'', traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1990.
*David Gemmell, ''Waylander, dei Drenai'', traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1991.
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== Altri progetti==
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===Opere===
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