David Gemmell: differenze tra le versioni

scrittore britannico
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Creata pagina con ''''David Gemmell''' (1948 – 2006), scrittore britannico. ==Incipit di alcune opere== ===''Il leone di Macedonia''=== Tutto cominciò a causa del morboso desiderio di cono...'
(Nessuna differenza)

Versione delle 08:00, 31 ott 2010

David Gemmell (1948 – 2006), scrittore britannico.

Incipit di alcune opere

Il leone di Macedonia

Tutto cominciò a causa del morboso desiderio di conoscere il giorno della propria morte. Percorse gli illimitati sentieri del futuro, seguendo la miriade di linee che portavano ai possibili domani, scoprendo che in alcuni futuri era morta di malattia o di una pestilenza, in altri di un attacco cardiaco o di un assassinio. In uno in particolare era caduta da cavallo, anche se cavalcare le riusciva tanto sgradevole che non riusciva a immaginare come avessero potuto persuaderla a montare su quella bestia.
Mentre seguiva senza uno scopo preciso tutte quelle possibili alternative, si accorse però di un'ombra scura al limitare estremo del suo ultimo domani: in qualsiasi modo lei morisse, l'ombra era costantemente presente, e questo aveva cominciato a tormentarla. Con tutte le migliaia di futuri che esistevano, com'era possibile che quell'ombra ci fosse sempre? Con esitazione, si mosse oltre i giorni della sua morte e vide i futuri espandersi e allargarsi. Adesso l'ombra era più forte, la sua malvagità addirittura palpabile, e in un momento che la spinse oltre i confini del terrore lei si rese conto che l'ombra stava a sua volta acquistando consapevolezza della sua presenza.

Il re dei fantasmi

Fissando con espressione cupa le fredde mura grigie del castello, il ragazzo si chiese se le segrete potessero essere ancora più inospitali di quella gelida stanza della torre, con l'unica finestra che si apriva come un occhio spalancato proprio nella direzione da cui soffiava il vento del nord. Certo, c'era un fuoco che ardeva nel camino, ma avrebbe potuto essere una delle illusioni di Maedhlyn per il calore che forniva, perché le grandi lastre di pietra grigia lo assorbivano subito senza dare nulla in cambio tranne uno spettrale riflesso che sembrava farsi gioco delle fiamme.

L'ultimo dei guardiani

Ma Shannow non morì. La carne intorno alla ferita da proiettile riportata al fianco si congelò quando la temperatura scese sotto lo zero, i lontani campanili di Gerusalemme persero sostanza e mutarono, trasformandosi in pini ammantati di neve. Con la barba incrostata di ghiaccio e il pesante cappotto che brillava bianco sotto la luce della luna, Shannow ondeggiò sulla sella, cercando di mettere a fuoco la città che aveva cercato per tanto tempo... ma essa era svanita. In quel momento il suo cavallo incespicò, e lui si aggrappò con la mano al pomo della sella, sussultando per la nuova fitta di dolore causata dallo scossone al fianco ferito.
Girò quindi lo stallone nero e lo indirizzò verso la valle sottostante, mentre molteplici immagini venivano ad accalcarsi nella sua mente: Karitas, Ruth e Donna, il pericoloso viaggio attraverso le Terre della Peste, le battaglie contro la Progenie Infernale e la mostruosa nave fantasma naufragata su una montagna. Sparatorie, guerra e morte.

L'ultimo eroe dei Drenai

Tre uomini erano a terra, gli altri quattro formavano un semicerchio intorno a un individuo grosso e brutto vestito di pelli d'orso.
— Volete sapere come si sta sulla montagna? — chiese il colosso, con voce indistinta, sputando un po' di sangue che gli macchiò la barba rossa striata d'argento.
I suoi assalitori si scagliarono in avanti e lui accolse il primo con un devastante pugno al mento che lo mandò a crollare sul pavimento coperto di segatura. Ignorando la pioggia di colpi che gli grandinava addosso, l'uomo abbassò la testa calva e si lanciò alla carica contro i tre avversari ancora in piedi, ma scivolò e finì a terra, trascinando un altro uomo con sé. Uno stivale scattò verso il suo volto, ma lui sollevò un braccio e fece cadere l'aggressore all'indietro. Infine il brutto colosso si alzò barcollando e si appoggiò al balcone di legno, socchiudendo gli occhi nel vedere due degli assalitori che estraevano una daga dalla cintura. Abbassato rapidamente il braccio destro, il gigante sfilò dallo stivale un lungo coltello per scuoiare, a doppia lama e terribilmente affilato.

Un lupo nell'ombra

Il Sommo Sacerdote sollevò dal cadavere le mani insanguinate e le immerse in una catinella d'argento piena di acqua profumata, in cui il sangue vorticò intorno ai petali di rosa che galleggiavano sulla superficie e li scurì, brillando sull'acqua come olio.
Nel frattempo, un giovane accolita si inginocchiò dinanzi al re, protendendo le mani su cui il sovrano depose una larga pietra ovale, di un colore fra il rosso e l'oro e solcata da spesse venature nere; l'accolita trasportò la pietra fino al cadavere e la depose sulla larga ferita, nel punto in cui c'era stato il cuore della ragazza sacrificata: la pietra prese a brillare come una lanterna soprannaturale e le venature nere che la solcavano si assottigliarono sempre di più. Infine, l'accolita raccolse la pietra, la pulì con un panno di seta e la restituì al re, indietreggiando poi fino a perdersi nell'ombra.

Waylander, dei Drenai

Nascosto nell'ombra, il mostro osservò gli uomini armati e muniti di torce che si addentravano nell'oscurità della montagna, poi prese a indietreggiare a mano a mano che essi avanzavano, tenendo lontano il proprio corpo massiccio dal bagliore che li accompagnava.
Gli uomini raggiunsero una camera intagliata rozzamente nella roccia e infilarono le torce negli arrugginiti sostegni infissi nelle pareti di granito.
Al centro del gruppo di venti guerrieri spiccava una figura avvolta in un'armatura di bronzo che rifletteva la luce delle torce e sembrava risplendere come se fosse stata ammantata di fiamme. Mentre due membri del suo seguito erigevano una struttura di legno, l'uomo che indossava l'armatura si sfilò l'elmo alato e lo depose in cima alla struttura, poi si slacciò la corazza e la passò ad un servitore, che la sistemò sulla struttura di legno, affibbiando nuovamente le cinghie.

Bibliografia

  • David Gemmell, Il leone di Macedonia, traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1993.
  • David Gemmell, Il re dei fantasmi, traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1993.
  • David Gemmell, L'ultimo dei guardiani, traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1991.
  • David Gemmell, L'ultimo eroe dei Drenai, traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1992.
  • David Gemmell, Un lupo nell'ombra, traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1990.
  • David Gemmell, Waylander, dei Drenai, traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1991.

Altri progetti