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*La voce di Gigli può legittimamente rientrare fra i miti dell'opera. Compatta, armoniosa, omogenea, eccezionalmente spontanea nell'emissione, aveva una continuità di vibrazioni e una fermezza di suono che faceva pensare alla cavata carusiana. ([[Rodolfo Celletti]])
*Gigli aveva una cavata intermedia, tra il piano e il mezzoforte, ammaliante, anche perchè il suono restava ricco ed espansivo pur assumendo una sottile velatura di tenerezza ed emozione. ([[Rodolfo Celletti]])
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