Jacques Maritain: differenze tra le versioni

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*Maritain è un esempio di filosofia calata veramente nella vita, nel senso epico e nella vastità della vita ­che ha pochi riscontri nella filosofia della nostra epoca, che ha avuto grandissimi risultati ma spesso esasperando la vitalità in un modo così immediato, così selvaggio, facendocela fuggire fra le dita oppure perdendola in astrazione. ([[Claudio Magris]])
*Nessuno come il Maritain crede all'efficacia del pensiero; né quelli che pur conclamandolo vivo, lo considerano sacro e venerando come ciò che passò tra i vivi, ed ora a memoria, né quelli che lavorano sul pensiero del passato, come l'archeologo, che scava e porta alla luce resti che sanno raccontare il passato, ma ignorano che esso, il pensiero, dà all'avvenire il suo volto istesso. ([[Nazareno Padellaro]])
*Non si può comprendere la modernità del [[tomismo]] di Maritain senza il confronto con le altre correnti di pensiero da [[Henri Bergson|Bergson]] a [[Jean-Paul Sartre|Satre]], da [[Martin Heidegger|Heidegger]] a [[Pierre Teilhard de Chardin|Theilhard de Chardin]]. Non si può valutare l'estetica di Jacques e la poetica di [[Raïssa Maritain|Raïssa]] senza avere presente la loro amicizia con [[Jean Cocteau|Cocteau]] e [[Pierre Reverdy|Reverdy]], con [[Georges Bernanos|Bernanos]] e [[Julien Green|J. Green]], con [[Georges Rouault|Rouault]] e [[Marc Chagall|Chagall]]. Non si può cogliere il significato del messaggio della filosofia politica maritainiana, che vuole raccordare [[cristianesimo]] e [[democrazia]], se non passando attraverso le polemiche che hanno suscitato ''Umanesimo integrale'' e ''L'uomo e lo Stato'', che si sono risolte solo nei documenti conciliari e nella pastorale pontificia da [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]] a [[Papa Paolo VI|Paolo VI]]. ([[Piero Viotto]])
*Quando, or sono parecchi anni, ci avenne di leggere in uno dei libri più animosi del Maritain, un giudizio su Kant, raddensato in un epiteto, che ci ferì come una parola ingiuriosa, dobbiam confessare che per qualche settimana lasciammo chiuso quel libro, e quando lo riprendemmo in mano un po' del malessere provato si fece sentire. Kant non era il divino artefice che nel cielo filosofico, disseminato di candide e favolose figure zodiacali, tra animalesche e geometriche, aveva discoverto il santo volto di un sole che avrebbe versato torrenti di luce e di calore su una umanità cieca ed assiderata? ([[Nazareno Padellaro]])