N+1: differenze tra le versioni

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m Automa assistito: maiuscolo all'inizio delle citazioni.
m questi corsivi non li ho capiti; togliamoli almeno dalle intestazioni
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'''''n+1''''', rivista trimestrale italiana.
 
==''Numero 3''==
* L'[[uomo]] ha oggi mezzi infinitamente superiori, ma invece di adoperarli dimentica persino quelli antichi, abbandonando opere millenarie alla rovina, dedicandosi all'ingordigia del possesso e del consumo o perlomeno a coltivarne il miraggio con poco edificante invidia universalizzata. (p. 10)
* Infatti un uomo non è "povero" in relazione a ciò che possiede, ma in relazione ai bisogni insoddisfatti, i quali non hanno nessun riferimento quantitativo con il possesso di oggetti o denaro. (p. 16)
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{{NDR|n+1, ''Numero 3'', marzo 2001}}
 
==''Numero 4''==
* L'azienda è un elemento formale, una sovrastruttura; dal punto di vista del materiale processo produttivo ''non esiste''. (p. 19)
* Vedremo che non esistono affatto temi "difficili", esistono solo pigrizie mentali, imperdonabili in genere, ma soprattutto in chi pretende nientemeno che di rappresentare il futuro dell'umanità. (p. 30)
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{{NDR|n+1, ''Numero 4'', giugno 2001}}
 
==''Numero 5''==
* L'umanità ha già in potenza la soluzione alimentare, basterebbe che potesse evitare l'economia, cioè la contabilità secondo segni di valore, quella che porta a considerare la media tra quelli che non hanno nulla da mangiare e quelli che muoiono obesi, saturi di colesterolo e di pillole dimagranti. (p. 19)
* È fatale: ogni movimento che non preveda nel suo programma il superamento del sistema attuale finisce per collaborare al tentativo di tenerlo in piedi. (p. 38)
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{{NDR|n+1, ''Numero 5'', settembre 2001}}
 
==''Numero 6''==
* La guerra, per il capitalismo, non è un'opzione, è una necessità. (p. 2)
* La cronaca va letta con un unico criterio: oggi più che mai la comunicazione di massa è un'arma né più né meno delle portaerei, dei missili e delle truppe. (p. 4)
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{{NDR|n+1, ''Numero 6'', dicembre 2001}}
 
==''Numero 13''==
 
==''Numero 13''==
*La borghesia, assetata di tecnologia e produttività, esalta la scienza e la ricerca di nuova conoscenza, innalza cattedrali del sapere universalizzato e assoluto, ma poi vuole profitto, applicazioni, realizzazioni, ritorno economico. E non paga se non è sicura di ottenerli. Così il fisico finisce, all'età di trent'anni e passa, a calcolare gli effetti della frenata su una stupida automobile affinché un suo coetaneo dai sensi ottenebrati dalla discoteca abbassi la probabilità individuale di ammazzarsi ed eviti all'assicurazione di sborsare troppi quattrini. (p. 49)
 
{{NDR|n+1, ''Numero 13'', dicembre 2003}}
 
==''Numero 18''==
* L'Oriente sa da millenni che è il corretto lavoro (la corretta Via) a regalarci il risultato, non il fatto di volerlo a priori senza sapere dove si debba passare per giungervi. (p. 13)
* Così l'uomo si sente uomo quando mangia e beve, si accoppia, dorme (tutte attività che condivide con le bestie), mentre si sente bestia quando lavora (attività che gli è peculiare). (p. 36)
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{{NDR|n+1, ''Numero 18'', ottobre 2005}}
 
==''Numero 20''==
* Non serve a niente prendere provvedimenti antimiseria a valle del sistema produttivo se i problemi che si vuol risolvere si generano a monte dello stesso, cioè nella sua struttura e natura. (p. 5)
* La miseria e la fame non esistono perché si produce troppo poco, perché c'è troppo poco investimento o perché c'è troppa popolazione; al contrario: ci sono miliardi di uomini gettati nella sottonutrizione e nella precarietà perché si produce troppa merce e troppo capitale, si investe troppo, si produce plusvalore con troppo pochi operai col risultato di produrre troppa sovrappopolazione. (p. 39)
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{{NDR|n+1, ''Numero 20'', dicembre 2006}}
 
==''Numero 23''==
* Partiamo da un assioma: l'unico modo per produrre nuovo valore è produrre merci e venderle. (p. 56)