Pietro Abelardo: differenze tra le versioni

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*Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello [[scrittura|scrivere]], perché è un male pericoloso e contagioso. (da ''Lettere a Eloisa'')
*Il porsi costantemente dei [[Problema|problemi]] sta alla base della saggezza. Poiché attraverso il dubbio siamo portati all'indagine, e attraverso l'indagine arriviamo alla verità. (da ''Sic et non''; citato in [[William Boyd]], ''Storia dell'educazione occidentale'', ''The History of western education'', a cura di Trieste Valdi, traduzione di Luciana Picone e Trieste Valdi, Armando Armando Editore, Roma 1966)
*Non è quindi peccato desiderare una donna, ma assecondare la concupiscenza; non si deve condannare il [[desiderio]] dell'unione carnale, ma l'assenso dato a questo desiderio (in ''Ethica seu Scito te ipsum'', III).
*Se riportiamo alcune [[Citazione|citazioni]] di più scrittori, esse porteranno il lettore a ricercare la verità giudicando egli stesso circa l'auterevolezza di ciascun autore. (''ibidem'')
:''Non itaque concupiscere mulierem, sed concupiscentiae consentire peccatum est; nec voluntas consensus damnabilis est''.
*Se riportiamo alcune [[Citazione|citazioni]] di più scrittori, esse porteranno il lettore a ricercare la verità giudicando egli stesso circa l'auterevolezza di ciascun autore. (da ''ibidemSic et non''; citato in [[William Boyd]], ''Storia dell'educazione occidentale'', ''The History of western education'', a cura di Trieste Valdi, traduzione di Luciana Picone e Trieste Valdi, Armando Armando Editore, Roma 1966)
 
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*Il vizio dell'anima non si identifica col [[peccato (religione)|peccato]]; per esempio, l'iracondia è un vizio che spinge la mente a compiere cose che non si devono fare, alla lussuria sono inclini per complessione fisica molte persone che però non per questo peccano: il vizio dell'animo ci inclina ad ''acconsentire'' a cose illecite e peccato deve intendersi solo il fatto dell'acconsentire. Come non si possono eliminare le inclinazioni, perché fanno parte della natura umana, così non si può chiamare peccato la volontà o il desiderio di fare quel che è illecito, ma il peccato è il consenso dato alla volontà e al desiderio.
*In ogni insegnamento orale o scritto sorgono delle controversie, e in ogni discussione la verità assodata dalla ragione è più ferma di quella indicata dall'autorità.
*Non è quindi peccato desiderare una donna, ma assecondare la concupiscenza; non si deve condannare il [[desiderio]] dell'unione carnale, ma l'assenso dato a questo desiderio.
*Quando ascolto la parola uomo mi sorge nell'animo un modello ''comune'' a tutti gli uomini ma ''proprio'' di nessuno; quando ascolto la parola Socrate mi sorge un'immagine che esprime una ''particolare'' persona… come si può dipingere una figura comune, si può concepire una figura comune: l'universale è questa immagine comune, l'immagine di una cosa concepita come comune.