Isocrate: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di ''Encomio di Elena''==
Sonovi alcuni, che molto s'insuperbiscono, se un argomento inusitato, e fuori della comune opinione trattato avendo, arrivano a dir qualche cosa tollerabilmente intorno al medesimo, e vanno invecchiandosi, altri col dire, che non è mai possibile proferir menzogna, senza che sia contrastata<ref>Tal opinione sentendo ''[[Socrate]]'', lepidamente rispose: ἰδοὺ ἐγὼ ἀντιλέγω ''ecco io vi contrasto''.</ref>, poter darsi intorno allo stesso subbietto due ragionamenti diversi: altri affermando, che la fortezza d'animo,<ref>A proposito ''[[Cicerone]] 5. de Finibus. Servari justitia nisi a forti viro, nisi a Sapiente non potest.... Atque haec conjunctio confusioque virtutum, tamen a philosophis ratione quadam distinguitur. Nam cum ita copulatae, connexaeque sint, ut omnes omnium participes sint, nec alia ab alia possit separari, tamen proprium suum cuiusque munus est, ut fortitudo in laboribus periculisque cernatur, temperantia in praetermittendis voluptatibus, prudentia in delectu bonorum et malorum, justitia in suo cuique tribuendo''.</ref> la sapienza, e l'equità sono una sola, e medesima cosa; e che nessuna di queste virtù abbiamo dalla natura, ma che l'arte sola per ogni cosa richiedesi; altri fra risse totalmente s'esercitano, le quali siccome a niente giovano, così agli Uditori solamente capaci sono di recar pregiudizio.
 
==Note==