Robert Silverberg: differenze tra le versioni

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===''Gilgamesh''===
Nella città di Uruk c'è una grande piattaforma di mattoni cotti che fu il campo da gioco degli Dei, molto tempo prima del Diluvio, in quell'epoca in cui il genere umano non era stato ancora creato e solo gli Dei abitavano la Terra. Da diecimila anni, ad intervalli di sette anni, dipingiamo di bianco i mattoni della piattaforma con un intonaco di gesso fine, cosicché la piattaforma lampeggia come uno specchio enorme sotto l'occhio del sole.
 
===''Gli osservatori''===
L'esplosione fu un bagliore lancinante che si stagliò contro lo sfondo oscuro del cielo illune del Nuovo Messico. Per coloro che in quel preciso momento guardavano in alto — e successe a molti, di guardare in alto — fu come se fosse momentaneamente sbocciata una nuova stella di una incandescenza bianco-azzurra.
 
===''Il settimo santuario''===
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===''L'uomo nel labirinto''===
Muller conosceva bene il labirinto, ormai. Sapeva tutto delle sue insidie e dei suoi miraggi, dei trabocchetti e delle trappole mortali. Viveva al suo interno da nove anni. Un tempo sufficiente a trovare un modus vivendi con quel luogo, anche se non con la circostanza che lo aveva costretto a rifugiarvisi.
 
===''L'uomo stocastico''===
Siamo venuti al mondo accidentalmente in un universo governato dal caso. Le nostre vite sono decise da combinazioni puramente fortuite di geni. Tutto quello che accade, accade per caso. I concetti di causa ed effetto sono sofismi.<br>
Esistono solo cause "apparenti" che portano a effetti "apparenti". Dal momento che niente dipende realmente da qualcos'altro, navighiamo ogni giorno in oceani di caos e non si può predire nulla, nemmeno quello che succederà tra un istante.<br>
Voi ci credete?<br>
Se è così, vi compiango perché la vostra deve essere una vita triste, spaventosa e sconsolata.
 
===''La strada del crepuscolo''===
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*Robert Silverberg, ''Entra un soldato. Più tardi: ne entra un altro'', traduzione di Dida Paggi, in "Millemondinverno 1995", Mondadori, 1995.
*Robert Silverberg, ''Gilgamesh'', traduzione di Daniela Galdo, Fanucci, 1988. ISBN 8834700511
*Robert Silverberg, ''Gli osservatori'', traduzione di Maurizio Nati, Ed. Nord, 1980.
*Robert Silverberg, ''Il settimo santuario'', traduzione di Francesco Di Foggia, in "Legends. Racconti inediti dei maestri del nuovo fantastico", Sperling & Kupfer, 2001. ISBN 8820032007
*Robert Silverberg, ''Il vento e la pioggia'', traduzione di M. Cristina Pietri, in "Storie del Pianeta Azzurro", a cura di Sandro Pergameno, Ed. Nord, 1987.
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*Robert Silverberg, ''L'uomo che non sapeva dimenticare'', traduzione di Stefano Pellegrini, in "Hallucination Orbit. La psicologia nella fantascienza", Editori Riuniti, 1985.
*Robert Silverberg, ''L'uomo nel labirinto'', traduzione di Riccardo Valla, introduzione di Neil Gaiman, Fazi Editore, Roma, 2008. ISBN 9788881128747
*Robert Silverberg, ''L'uomo stocastico'', traduzione di Lella Cucchi, Mondadori, 1976.
*Robert Silverberg, ''La strada del crepuscolo'', traduzione di M. Cristina Pietri, in "Storie del Pianeta Azzurro", a cura di Sandro Pergameno, Ed. Nord, 1987.
*Robert Silverberg. ''Le maschere del tempo'', traduzione di M. Gavioli, Fanucci, 1977.
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===Opere===
{{Pedia|Gli osservatori}}
{{Pedia|Il_libro_delle_metamorfosi#Il_terzo_libro_delle_metamorfosi_.28Urania_n._508.29|''Il terzo libro delle metamorfosi''}}
{{Pedia|L'uomo nel labirinto}}
{{Pedia|L'uomo stocastico}}
{{Pedia|Quellen, guarda il passato!}}
{{Pedia|Vacanze nel deserto}}