*Ogni idea comincia con l’invocazionel'invocazione della libertà per sé di fronte ad una diversa idea attualmente dominante: ma non appena conquistata la libertà, tende a coercire a sé le coscienze. La vita dell’umanitàdell'umanità non è così altro che una serie di conquiste di libertà che si trasformano immediatamente in coazione. La storia del Cristianesimo ne è la prova solenne.
*Il rimprovero, anche se muto e non formulato, che sta nel dolore di chi vede morire padre, madre o figlio, contro un Dio che avesse creato un mondo dove siffatte cose sono, non solo possibili, ma necessarie, sta a provare che l’unicol'unico modo di scolpare Dio è quello di dichiararlo inesistente. La colpa d’und'un Dio, d’un’intelligenzad'un'intelligenza e d’unad'una volontà onnipotente che avesse creato un tale mondo di dolore e di morte sarebbe immensa, tremenda, in espiabile. L’esistenzaL'esistenza d’und'un Dio, dato tale mondo, sarebbe cosa così mostruosa da far sconvolgere, impazzire, ribellare. L’unicoL'unico conforto e il solo motivo di relativa tranquillità è il pensiero che Dio non esiste e che tutto è casuale concorso di atomi. Allora, meno male. Nessuno spirito ha l’orrendal'orrenda responsabilità di questo mondo. Non viviamo sotto un demonio. Si capisca una volta la profondità dell’osservazionedell'osservazione di A. France: «Il n’estn'est pas de preuve plus évidente de l’inexistencel'inexistence de Dieu que la vie». (BROUSSON, ''A. France en pantoufles'', p. 61)
