Giuseppe Genna: differenze tra le versioni

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le teste
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L'uomo vestito di scuro frenò, aprì la portiera, spalancò il baule dell'auto, manovrò nel buio, estrasse il sacchetto. Si fermò a osservare. Il viale era vuoto: era un viale cieco, senza lampioni. Attese che lo sguardo si abituasse. Le sagome delle cose: iniziò a distinguerle. Vide il cancello d'entrata. Lanciò la sporta, gonfia e pesante, al di là delle sbarre. Poi si arrampicò, scavalcò. Avanzò verso verso la muraglia. Ora saggiava il muro di cinta. Era basso quanto bastava. Lanciò nuovamente il sacco, ascoltò il tonfo al di là del muro. Fece presa con le suole sulla muratura corrosa dello smog. Cercò fessure con le mani per fare leva. Sbagliò, si issò a fatica. Diede uno strappo, raggiunse l'apice del muro, si mise a cavalcioni, guardò e rimase a bocca aperta.
 
===''Le teste''===
Questa è una guerra: piccola, interiore.<br/>L'edificio è svuotato, è corroso, è abbattuto. La necrosi avanza. Schieramenti di folle disumane senza colore assaltano, distruggono. Si mangiano tra loro. Boati immensi, smottamenti. Sono come bacilli impazziti, si vedono gruppi, colonie intere dissociarsi e riunirsi, esodi impensabili, folle che puntano al nervo che pulsa. Vogliono nutrirsi della vita altrui.