Michel Onfray: differenze tra le versioni

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*L'appartenenza dell'islam a una storia che nega la Storia genera una società statica, chiusa in se stessa, attratta dall'immobilità dei morti. (p. 185)
*La democrazia vive di movimenti, di cambiamenti, di assetti nati da accordi, di tempi fluidi, di dinamiche permanenti, di giochi dialettici. Essa nasce, vive, cambia, si trasforma, si costruisce in relazione a una volontà generata da forze viventi. Ricorre all'uso della ragione, al dialogo tra le parti in causa, all'agire comunicativo, alla diplomazia e alla negoziazione. La teocrazia funziona in modo opposto: nasce, vive e gode dell'immobilità, della morte e dell'irrazionale. La teocrazia è il nemico che la democrazia deve temere di più, ieri l'altro a Parigi prima del 1789, ieri a Teheran, nel 1978, e oggi, ogni volta che Al Qaeda fa parlare le armi. (p. 186)
* La teocrazia musulmana – come ogni altra teocrazia – implica la fine della separazione tra credenza privata e pratica pubblica. La religione esce dal foro interiore e si impone in tutti i campi della vita sociale. (p. 188)
* La teoria dei prelievi permette oggi di tributare un culto al significante, pur svuotandolo totalmente del suo significato. Si adora perciò un guscio vuoto, ci si prosterna davanti al nulla – uno dei numerosi segni del nichilismo della nostra epoca. (p. 189)
*L'islam infatti è strutturalmente arcaico: esso contraddice, punto per punto, tutto ciò che l'Illuminismo ha ottenuto. (p. 190)
* Ancor più imbarazzante è che il laicismo militante si appoggi all'etica ebraico-cristiana, alla quale molto spesso si limita a togliere l'etichetta. (p. 195)
* Cambia la forma, resta la sostanza. La laicizzazione della morale ebraico-cristiana assai spesso corrisponde alla iscrittura immanente di un discorso trascendente. (p. 195)
* I manuali di morale nelle scuole repubblicane insegnano l'eccellenza della famiglia, le virtù del lavoro, la necessità di rispettare i genitori e di onorare i vecchi, la fondatezza del nazionalismo, i doveri verso la patria, la diffidenza verso la carne, il corpo e le passioni, la bellezza del lavoro manuale, la sottomissione al potere politico, i doveri verso la povera gente. Che cosa troverebbe da ridire il parroco del paese? Patria, Lavoro, Famiglia, la santa trinità laica e cristiana. (p. 195)
* Il pensiero laico non è un pensiero scristianizzato, ma cristiano-immanente, nel quale, dietro un linguaggio razionale, spostato sul piano del concetto, persiste la quintessenza dell'etica cristiana. Dio lascia il cielo per scendere sulla terra. Egli non muore, non viene ucciso, non viene utilizzato con parsimonia, ma lo si acclimata sul terreno della pura immanenza. (p. 196)
* Come non è giusto mettere sullo stesso piano vittima e carnefice, così non si deve tollerare la neutralità, ostentare benevolenza per ogni forma di discorso, compresi quelli che appartengono al pensiero magico. Bisogna restare neutrali? Ci possiamo permettere ancora questo lusso? Non credo. (p. 198)
* Essi sanno che esiste un solo mondo e che ogni offerta di un oltremondo ci fa perdere l'uso e il beneficio del solo mondo esistente. È questo il vero peccato mortale. (p. 198)
*Il monoteismo passa per essere la [[religione]] del Libro – ma sembra piuttosto la religione di tre libri che non si sopportano affatto.
*[[Dio]] non è morto perché non è mortale. Una finzione non muore.