Hugh Walpole: differenze tra le versioni

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*Dalla prima parola sino all'ultima noi siamo consapevoli della fatalità che incombe, del «tuono a sinistra», così come deve essere in ogni serio studio della vita umana: ed è proprio questa consapevolezza che separa il mondo dei Grandi da quello dei ragazzi.
*Le interpretazioni della vita sono noiosissime quando rispecchiano uno spirito troppo sicuro di sé.
 
 
{{NDR|Hugh Walpole, ''Prefazione a «Tuono a sinistra»'', da [[Christopher Morley]], ''Tuono a sinistra'', traduzione di Enrico Piceni, Medusa, Arnoldo Mondadori Editore}}
 
==[[Incipit]] de ''La neve''==
La seconda signora Ryder era una giovane che non si spaventava facilmente, ma in quel momento stava nell'oscurità del corridoio, con le spalle appoggiate al muro, una mano sul cuore e guardava dalla finestra grigia dietro cui una fitta neve continuava a cadere alla luce del lampione.<br>
Il corridoio collegava lo studio alla sala da pranzo e la finestra dava sul viottolo lastricato che costeggiava il prato della cattedrale. Guardando di nuovo il sentiero, non era più sicura se la donna ci fosse ancora o no. Ma, se non c'era, come mai lei distingueva così chiaramente il mantello grigio di foggia antiquata, i capelli grigi spettinati, l'affilato contorno della pallida guancia e il mento appuntito? E anche il lungo e abbondante abito grigio che scendeva in pieghe fino al suolo, il luccichio di un anello d'oro sulla mano bianca. No. No. No. Quella era pazzia. Non c'era niente e nessuno là. Un'allucinazione...
 
==Bibliografia==
*Hugh Walpole, ''La neve'', traduzione di Alda Carrer, in "Storie di fantasmi", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & Compton, 1995.
 
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori britannici|Walpole, Hugh]]