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[[Giordano Bruno]], o Bruni, nacque in [[Nola]] l'anno i 5^8 2 da Giovanni e da Fraulissa Savolina. Ebbe al fonte battesimale il nome di Filippo, che poi mutò in quello di Giordano vedendo l'abito religioso. Benchè non ci sia conio il suo casato, tuttavia, considerando che il padre era famigliare col poeta [[Luigi Tansillo|Tansillo]] ed esercitava la professione di soldato, possiamo asserire, senza tema di errare, che vanno assai lontani dal vero coloro che vogliono raffigurato il nostro Giordano in quel cotai poveraccio, del quale si favella nei dialoghi ''De l'infinito, universo e mondi''. E quantunque torni a poca cosa il conoscere onde traesse la sua origine, diremo non pertanto di passata che egli s'intitola della famiglia dei Bruni; che abitò come gentiluomo in casa del signor Castelnau di Mauvissiero, ambasciatore di [[Enrico III di Francia|Enrico III]] a [[Londra]]; che in tale qualità venne presentato alla regina [[Elisabetta Woodville|Elisabetta]], dalla quale fu onorevolmente accolto, e che in fine, nella lettera al Senato Accademico ed al Bettore dello Studio di [[Wittenberg|Wittemberga]], premessa al libro ''De lampade combinatoria Lulliana'', lascia intravedere sé essere di nobile prosapia. Ma patrizio o plebeo che fosse, certa cosa è, che dovette pur sempre nel lungo e travaglioso pellegrinaggio per l'[[Europa]] provvedere al proprio sostentamento coll'opera del suo ingegno.
===Citazioni===
*Il [[Giordano Bruno|Bruno]] era stato in [[Praga]] nel 1588 ed aveva dedicato a quel singolare imperatore, che fu [[Rodolfo II del Sacro Romano Impero|Rodolfo]] li, centocinquanta tesi di geometria, riportandone assai generosa rimunerazione. Tre lustri dopo dimorava nella stessa città il più insigne matematico ed astronomo dei tempi moderni, il [[Giovanni Keplero|Keplero]], dal cui nome s'intitola la gran legge che misura le orbite percorse dai corpi celesti. Il [[Giovanni Keplero|Keplero]] si assomigliava al [[Giordano Bruno|Bruno]] in molte cose e segnatamente nella forza d'immaginazione, nell'intuizione poetica e nell'indipendenza dell'animo. Povero quanto il Nolano e come questi travagliatissimo, seppe nulladimeno lottare coraggiosamente contro ogni ostacolo e levarsi al disopra di tutto e di tutti. Stando in [[Praga]] ebbe comodità di ragionare del Bruno e di leggerne le principali opere. Onde non solo ne estimava convenientemente l'ingegno, ma professavasi altresì seguace di taluna delle opinioni di lui. Documento non dubbio del suo amore per il [[Giordano Bruno|Bruno]] è la lettera di [[Martino Hasdale]], nella quale questi significa a [[Galileo Galilei|Galileo]] come il [[Giovanni Keplero|Keplero]] si lagnasse che esso (Galileo) avesse dimenticato di far lodevole commemorazione nel suo ''Nunzio Sidereo'' del Nolano. (p. 8)
*{{NDR|[[Giordano Bruno]]}} Il cielo di [[Nola]], i suoi colli, i suoi campi, la festività degli abitanti sono le prime e non più cancellate reminiscenze della sua infanzia. Egli ama svisceratamente questa sua terra natale, e non rifinisce di lodarla semprechè gli viene in concio di favellarne. (p. 38)
*[[Nola]], città della [[Campania|Campagna Felice]] fra le più antiche dell'[[Italia]] , sorge a breve distanza da [[Napoli]] e da [[Caserta]] in una pianura, cui formano quasi corona S. Elmo, S. Paolo e Casamarciano . Essa guarda verso mezzodì il [[Vesuvio]], a settentrione i monti di Avella e di Roccarainola, ad oriente i Colli di Cicala. Ebbe già anticamente dodici porte con mura magnifiche e con torri elevate e forti, che tutta in giro la cingevano, e per le quali potè resistere a lunghi ed iterati assedii. (p. 39)