Terenzio Mamiani: differenze tra le versioni

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[[Francesco Pignatelli]] — [[Giuseppe Poerio]]<br />'''Pignatelli''': Voi stesso l'avete udito?<br />'''Poerio''': E come nò, se rinchiuso era con lui in una prigione medesima?<br />'''Pignatelli''': E fu la vigilia della sua morte?<br />'''Poerio''': Appunto fu la vigilia. Sapete che valica la mezzanotte, una voce improvvisa e sepolcrale veramente rompevane il sonno chiamando forte per nome alcuno di noi; e quella chiamata voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice. La notte pertanto che seguitò quel mirabil discorso di [[Mario Pagano]] gli sgherri gridarono il nome suo, e fu menato al patibolo.<br />'''Pignatelli''': Stava per mezzo a voi quell'omerica figura del [[Ettore Carafa|conte di Ruvo]]?<br />'''Poerio''': Nò, ma in Castello dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con l'intrepido [[Gabriele Mantonè|Mantonè]]. Nel Castel Nuovo e in quella carcere proprio dove era [[Francesco Mario Pagano]], stava il fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il [[Francesco Conforti|Conforti]], [[Domenico Cirillo|Cirillo]], Granali, [[Eusebio Palmieri]], [[Vincenzo Russo]] e due giovinetti amorevoli e cari, cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione.
===Citazioni===
*'''Poerio''': V'à una cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però insofferente di limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun difetto può stare in lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente ogni specie di bene. Ciò posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che raggia il bene fuor di stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne satura, a dir così, per quanto fu fatto capace. Tale contenenza di [[bene]] è poi sempre difettiva perchè sempre è finita. Di quindi si origina il [[male]]. Non si chieda dunque perchè [[Dio]] è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece perchè piacque a Dio, oltre all'infinito, che sussistesse pure il finito. (p. 16)
*'''Poerio''': Se il [[vivere]] nostro presente fosse condito di molto diletto e noi incapaci di conoscere e desiderare con ismania istintiva l'[[eternità]], forse potrebbesi giudicare senza paradosso aver noi sortito quella porzioncella sola e frammento di beatitudine, brevissima ma sincera e inconsapevole della propria caducità. (p. 17)
*'''Poerio''': Col presupposto della [[immortalità]], bene avvertiva il Giordano Bruno|Bruno]], alcun desiderio naturale non è indarno e alcuna lacrima non cade senza conforto. Con la immortalità non è affetto generoso perduto, non ferita dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso balsamo. Per entro il corso interminato e magnifico de'nostri destini, ogni male vien riparato, ogni speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni felicità si rinnova e giganteggia ne'secoli. (p. 18)