Vincenzo Cuoco: differenze tra le versioni

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*L'[[adulazione]] rammenta ai potenti quelle virtù de' loro maggiori che essi non sanno più imitare; la [[filosofia]] rammenta ai grandi uomini le virtù proprie perché proseguano sempre più costanti nella magnanima loro impresa. . . (da ''Lettera dell'autore'', p. 18)
*Guai a chi ha ascoltato una volta le voci del [[timore]]! Quanto più ha temuto, più dovrà temere. (p. 36)
*Noi abbiamo sofferti gravissimi mali, ma abbiam dati anche grandissimi esempj di virtù. La giusta posterità obblierà gli errori che come, uomini han potuto commettere coloro a cui la repubblica era affidata; tra essi però ricercherà invano un vile , un traditore. Ecco ciò che si deve aspettare dall'uomo, ed ecco ciò che forma la loro gloria. (p. 116)
*''[[Nicola Carlomagno|Carlomagno]]'' montato già sulla scala del patibolo, si rivolse al popolo e gli disse: ''popolo stupido tu godi adesso della mia morte. Verrà un giorno, e tu mi piangerai; il mìo sangue già si rovescia sul vostro capo, e ( se voi avrete la fortuna di non esser vivi ) sul capo de' vostri figli''. (p. 116)
*''[[Francesco Caracciolo|Caracciolo Francesco]]''. Era senza contraddizione-uno de'primi genj che avesse l'[[Europa]]. La nazione lo stimava; il re lo amava; ma che poteva il re? Egli fu invidiato da ''[[John Francis Edward Acton|Acton]]'', odiato dalla regina e perciò sempre perseguitato. Non vi fu alcuna specie di mortificazione a cui alcun non lo volesse assoggettato; si vide ogni giorno posposto. (p. 118)
*''[[Francesco Caracciolo|Caracciolo]]'' era uno di quei pochi che al più gran genio riuniva la più pura virtù. Chi più di lui amava la patria? Cbe non avrebbe fatto per lei? Diceva che la [[Nazione napolitana|Nazione Napolitana]] era fatta dalla natura per avere una gran marina, e che questa si avrebbe potuto far sorgere in pochissimo tempo: avea in grandissima stima i nostri marinari. Egli morì vittima dell'antica gelosia di ''Thura'', e della viltà di ''[[Horatio Nelson|Nelson]]''. . . (p. 118)
*Si vide ''[[Francesco Caracciolo|Caracciolo]]'' sospeso come un infame all'antenna della fregata ''Minerva''; il suo cadavere fu gittato in mare. Il re era ad ''[[Ischia]]'', e venne nel giorno susseguente, stabilendo la sua dimora nel vascello dell'ammiraglio ''[[Horatio Nelson|Nelson]]''. Dopo due giorni il cadavere di ''Caracciolo'' apparve sotto il vascello, sotto gli occhi del re, .... fu raccolto dai marinari che fatilo l'amavano, e gli furono resi gli ultimi officj nella chiesa di ''s. Lucia'' che era prossima alla sua abitazione, offici tanto più pomposi quanto che senza fasto veruno ; e quasi a dispetto di chi ora poteva tutto, furono accompagnati dalle lagrime sincere di tutt'i poveri abitanti di quel quartiere che lo riguardavano come il loro amico ed il loro padre. (p. 118-119)
*''[[Domenico Cirillo|Cirillo]]'' è uno di quei pochi, pochi sempre, pochi in ogni luogo, che in mezzo ad una rivoluzione non amano che il bene pubblico. Non è questo il più sublime elogio che si possa formare di un cittadino e di un uomo? Io era secolui nelle carceri Hamilton e lo stesso ''[[Horatio Nelson|Nelson]]'', a' quali avea più volte prestato i soccorsi della sua scienza voleano salvarlo. Egli ricusò una grazia che gli sarebbe costato una viltà. (p. 119)
*''[[Francesco Mario Pagano|Pagano Francesco Mario]]''. Il suo nome vale un elogio il suo ''processo criminale'' è tradotto in tutte le lingue , ed è ancora uno delli migliori libri che si abbia su tale oggetto. Nella carriera sublime della storia eterna del genere umano voi non rinvenite che l'orme di Pagano che vi possano servir di guida per raggiungere i voli di ''[[Giambattista Vico|Vico]]''. (p. 120)
*''[[Eleonora Pimentel Fonseca|Pimentel Eleonora Fonseca]]''. ''Audet viris concurrere virgo''. Ma essa si spinse nella rivoluzione come ''Camilla'' nella guerra, per solo amor della patria. Giovinetta ancora, questa donna avea meritata l'approvazione di [[Pietro Metastasio|Metastasio]] per i suoi versi. Ma la [[poesia]] formava una piccola parte delle tante cognizioni che l'adornavano. Nell'epoca della repubblica scrisse il ''Monitore Napolitano'', da cui spira il più puro ed il più ardente amor di [[patria]]. Questo foglio le costò la vita, ed essa affrontò la morte con un'indifferenza eguale al suo coraggio. Prima di avviarsi al patibolo volle bevere il caffè, e le sue parole furono: ''Forsan haec olim meminisse juvabit''. (p. 120)