Diablo Cody: differenze tra le versioni

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Nessuno viene nel Minnesota per togliersi i vestiti di dosso, almeno per quanto ne so io. Non è un posto da nightclub, questo. Qui nelle desolate regioni del nord l'inverno ha il sapore della leggenda: immoto, soffocato dalla neve, con il ghiaccio che ricopre gli oltre diecimila laghi. Le vecchie capitali della produzione di farina sono popolate da generazioni di scandinavi e luterani tedeschi, spiriti tenaci fatti di legno biondo, buon senso e timor di Dio. La ''gestalt'' dominante è un misto di sarcastico umorismo survivalista e biancheria intima termica. Persino il cibo è adeguatamente coperto: la cena preferita è una collosa miscela ricca di carboidrati nota semplicemente come ''hotdish'' (piatto caldo) e servita in grossi contenitori di pyrex. Il Minnesota è come il sotterraneo di una chiesa con il soffitto che fa acqua e un impiegato di bingo che annuncia sottovoce i numeri vincenti. Una ragazza che viene ogni notte a spogliarsi nel Minnesota per intascare qualche biglietto da 10 o da 20 inumidito di neve, be'... una ragazza del genere la gente del luogo la definirebbe eufemisticamente «diversa».
===Citazioni===
*L'amore è misterioso ed estremo come [[Steve Perry (cantante)|Steve Perry]] dei Journey. (p. 4)
*''Porn shui'': l'arte di posizionarsi nel proprio ufficio o cubicolo in modo da navigare in siti porno senza farsi beccare. (p. 5)
*La maggior parte delle ragazze che conoscevo odiavano le spogliarelliste con la ferocia solitamente riservata agli stupratori seriali. Usavano la parola «spogliarellista» come aggettivo per designare qualsiasi cosa fosse volgare, grossolana o di cattivo gusto. (p. 9)
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*Tutta la mia vita era stata strangolata dalla normalità, dal perbenismo e dai tramezzini con le croste amputate. Per me lo spogliarello era una insolita via di fuga. L'unica cosa da cui potevo scappare era il mio status di privilegiata, ma chiesi comunque asilo politico. A ventiquattro anni, era la mia ultima possibilità di rifiutare qualcosa e diventare nulla. Volevo terrorizzarmi. Ci sono riuscita. (p. 215)
*Ho scritto questo libro perché non avrei mai potuto lasciare che tutti questi detriti psichici mi fermentassero dentro per sempre. Certe storie implorano di essere raccontate (una regola, così a occhio: una storia con un'asta di mutandine ''deve'' essere raccontata). Per cui ho vuotato il sacco. Spero che siate stati degnamente intrattenuti, e che i periodici conati di nausea siano stati se non altro stemperati dagli occasionali ''frisson'' di piacere. (p. 217)
 
===[[Explicit]]===
Ma poi cos'è che ha, quel palo, alla fine? Alcune ragazze lo assaltano, altre lo ignorano, altre gli chiedono un passaggio e fanno solo un giro. In fondo non importa: tutto fa brodo, quando si tratta di intrattenere. Con il tempo, dopo averlo considerato un avversario (come l'albero mangia-aquiloni di [[Charlie Brown]]), sono arrivata a scalarlo con gambe rapide e anchilosate. L'ultima volta che ho calcato il palcoscenico mi ci sono arrampicata e mi sono lasciata penzolare a testa in giù per salutare il pubblico. Da quella prospettiva sembrava quasi un posto normale. Ma questo, amici miei, significa che è ora di scendere. Mi sono raddrizzata e mi sono lasciata scivolare fino a terra, ammaccata ma pur sempre in pista.