Giuseppe Rensi: differenze tra le versioni

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*Definizione di «sofista». Sofista è colui il quale, tesi che ci sono sommamente antipatiche, sostiene con argomenti che non sappiamo confutare.
*Un uomo che pensa al proprio sviluppo spirituale farebbe una sciocchezza se scrivesse. Ciò che uno scrive serve (se mai) allo sviluppo spirituale altrui, non al proprio. Quindi, chi pensa al proprio, legge soltanto. Perché non lasciare che gli altri, scrivendo essi, siano servi dello sviluppo spirituale mio?
*Il falso d’ognid'ogni presente politico si perpetua infallantemente nella storia. Ogni tentativo per confutare una leggenda radicatasi in qualsiasi presente, fallisce. Non la «storia» (vera), ma la leggenda resta come il vero della storia.
*Proprio quando leggo qualche formidabile e inconfutabile dimostrazione dell’esistenzadell'esistenza di Dio, mi sento sicuro che non esiste. – Ma guarda un po’po' se è possibile che la certezza della sua esistenza dipenda dalla tua dimostrazione; se è possibile, cioè, che, qualora esistesse, ci fosse bisogno che tu lo dimostrassi!
*[[Dio]] – Non ti vedo e ti nego. Ma tu sei forse qui presente in me, entro di me, in guisa più intima e vivificatrice che non in molti di quelli che ti affermano. Poiché sei Eterna Verità, sei proprio il mio impulso ad abbracciare energicamente e ad affermare a costo d'ogni detrimento mondano ciò che scorgo come verità. Sei la stessa mia negazione di te; giacché essa è per me l'affermazione della verità che con mio svantaggio e pericolo compio contro i pregiudizi, le ipocrisie, gli opportunismi. Nella mia negazione di te sei Tu stesso che ti affermi.
*Questo mio crucciarmi, senza fini personali, per la vittoria del male nel mondo, è l’elementol'elemento più nobile del mio spirito. Supposto che ci sia un giudizio divino futuro che scruti le reni degli individui, ciò che recherò innanzi al Giudice per controbilanciare le mie colpe e deficienze, i miei vizi e le mie passioni carnali, per evitare la condanna ed essere «salvato», sarà unicamente questo mio cruccio senza scopo per lo spettacolo dell’immoralitàdell'immoralità che celebra il suo splendido e potente trionfo.
*Religione è nient’altronient'altro che solidarietà con le forze del bene contro quelle del male. […] Se religione è nient’altronient'altro che solidarietà con le forze del bene contro queste forze del male, è la resistenza opposta a tale forze del male o l’adesionel'adesione ad esse che rivela se un uomo sia religioso o no. Da ciò si scorge quale sia nella vita sociale l’atteggiamentol'atteggiamento veramente religioso. Dove manca tale atteggiamento, non v’èv'è religione, ma chiacchiera di religione.
*Preghiera. Ti ringrazio, mio Dio, delle amarezze, delle delusioni, degli insuccessi, dei dolori di cui hai cosparso la mia vita. Ti prego dal profondo del cuore di continuare. Se mi avessi ricolmo dei beni del mondo, sarei rimasto con la convinzione che non solo la mia vita, ma la vita, è buona. E la sete di vita avrebbe continuato in me insaziabile. Così tu mi hai fatto apprendere la grande e rara lezione, che pochi al mondo apprendono, l’apprenderel'apprendere la quale imprime ad un animo la vera nobiltà e superiorità, e impartendo la quale tu impartisci adunque un raro privilegio e un eccelso favore. La lezione che ogni forma fenomenica di vita è cattiva, è male, è dolore, che la vita lo è, che nella vita, in qualsiasi forma di vita dal male e dal dolore non si esce. In tal guisa, hai estinto in me la cupida sete e mi hai reso pronto e disposto pel Nulla.
 
==''La mia filosofia''==
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*La credenza nell'immortalità umana è il più scandalosamente piatto e ridicolo prodotto della concezione antropomorfica. Se credi, se sai, se vedi, che una formica, un gatto, un cane, quando morti sono distrutti per sempre, quale enorme sciocchezza credere che avvenga diversamente per l'uomo.
*La prova che siamo pazzi è che discorriamo – cioè ci comunichiamo idee. Se non fossimo pazzi, ci troveremmo circa ogni questione tutti nel punto della ragione, che è sempre solo uno, quello. Ossia penseremmo tutti la stessa cosa, e quindi non avremmo più niente da dirci. […] Malauguratamente, poiché […] col crescere della civiltà cresce la discrepanza tra le ragioni, tra le visuali, tra le volontà, bisogna concludere che più procediamo e più la scoordinazione spirituale aumenta, cioè la pazzia diventa più completa.
*C’èC'è chi pensa per far libri, quindi unicamente sotto il senso di responsabilità pel suo «sistema», dominato, vincolato, limitato da questa in ogni direzione e moto della sua attività intellettuale. C’èC'è chi pensa pel bisogno di pensare: per fare del suo pensiero un delicato barometro che si risenta variamente della varia pressione della realtà.
*Prendiamo un altro miracolo: il sangue di S. Gennaro. Come! Con tante sofferenze, crudeltà, ingiustizie, morali e materiali, naturali e sociali, di cui è pieno l’universol'universo, e che da tempo infinito gridano chiedendo sollievo e fine, senza riuscire a piegare per ottenerlo l’inesorabilitàl'inesorabilità delle leggi di natura, una potenza sopraumana spezza queste leggi, non per togliere di mezzo quei mali, ma unicamente per la sciocchezza di far bollire un grumo di sangue!
*Perché il precetto così prominente in tutte le religioni, in tutte le legislazioni, in tutte le morali (e nell’istintonell'istinto) «non uccidere», se fosse vero che questa vita è l’effimerol'effimero passaggio ad un’altraun'altra vita eterna, e se non si avesse invece il sicuro senso che questa vita è tutto e che la distruzione di essa è la distruzione di tutto?
*Morale. – Sono qui per un istante. Che cosa, in quest’attimoquest'attimo nel quale son qui, è saggio che faccia? La risposta può essere duplice ed opposta, eppure ugualmente ragionevole: Aristippo (il piacere del momento, perché non v’èv'è altro che questo momento), e Spinoza (il pensiero delle «rex fixae et aeternae» e l’assorbimentol'assorbimento in esso, perché il momento transeunte è nulla).
*Si finisce con l’averel'avere la sensazione disperatamente netta e sicura che la vita non è se non la corsa verso un abisso, senz’ancorasenz'ancora che possa trattenere, senza alcuna seria speranza di trovare nel fondo di esso qualsiasi forma di salvezza, senza che nulla valga la pena di fare, poiché tutto si cancella e si distrugge. Puro e semplice precipitare in un vuoto.
*Questo non disse S. Francesco. O tu, che, in varie forme, dalla nascita in poi, mi fosti presso ogni giorno e mi starai vicino sino alla morte, compagno più fedele d’ognid'ogni altro, l’unicol'unico che io possa sicuramente contare di ritrovare sempre al mio lato, il solo che mi dà l’assolutal'assoluta certezza di mai abbandonarmi e tradirmi, fratello Dolore!
* Sei annoiato degli avvenimenti della vita sempre gli stessi? Vuoi una novità? Una vera novità? Di tutto hai fatto l’esperimentol'esperimento, tutto più o meno conosci. Una sola cosa v’èv'è di cui non hai alcuna idea come di cosa veramente vissuta ed esperimentata, che nella tua vita non hai mai provato, che non riesci nei particolari nemmeno ad immaginare. Questa sarà la genuina, la grande novità, il fatto veramente e sostanzialmente diverso da tutti gli altri che ti sono accaduti, l’avventural'avventura straordinaria, nulla di simile alla quale hai mai conosciuto. Non senti mai la curiosità di sapere come sarà? Cos’èCos'è? La morte.
 
==''Frammenti d'una filosofia dell'errore e del dolore, del male e della morte''==