Michel Onfray: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ferrez (discussione | contributi)
→‎Citazioni: trattato di atelologia
m Automa: Correzione automatica trattini in lineette.
Riga 22:
*La logica del lecito e dell'illecito rinchiude in una prigione dove l'abdicazione della volontà vale come atto di fedeltà e prova di comportamento pio – un investimento ripagato profumatamente, ma più tardi, nel paradiso. (p. 77)
*La Bibbia, col pretesto di contenere tutto, impedisce tutto ciò che non contiene. Per secoli il danno che ne deriva è notevole. (p. 84)
*Il genere evangelico è performativo - per usare la terminologia di Austin: l'enunciazione crea la verità. Ai racconti testamentari non importa un fico secco del vero, del verosimile o del veritiero. In compenso, essi rivelano una potenza del linguaggio che, affermando, crea ciò che enuncia. Prototipo del performativo: il sacerdote che dichiara sposata una coppia. Per il fatto stesso di pronunciare una formula l'evento coincide con le parole che lo significano. Gesù non obbedisce alla storia ma al performativo testamentario. (p.121)
*Gesù è dunque un personaggio concettuale. Tutta la sua realtà sta in questa definizione. (p.125)
*Gli evangelisti scrivono una storia, con la quale narrano meno il passato di un uomo che il futuro di una religione. Astuzia della ragione: creano il mito e sono creati da lui. I credenti inventano la loro creatura, poi gli tributano un culto: è il principio stesso dell'alienazione. (p.125)
Riga 37:
*Dal Gesù umiliato alle umiliazioni praticate in suo nome, la conversione è rapida, facile e la mania durevole presso i cristiani. (p.165)
*Il non ebreo non gode degli stessi diritti di chi è membro dell'Alleanza. Di modo che, al di fuori del Libro, l'Altro può essere ispezionato come fosse una cosa, trattato come un oggetto: il goi per l'ebreo, il politeista e l'animista per il cristiano, l'ebreo e il cristiano per il musulmano, l'ateo ovviamente per tutti. (p.176)
* E poi, ultimo sofisma, poiché gli uomini sono uguali agli occhi di Dio, poco importa che sulla terra esistano differenze alla fin fine secondarie: uomo o donna? schiavo o proprietario? ricco o povero? Poco importa, dice la Chiesa - prendendo sistematicamente posizione nella storia a favore dei ricchi e dei possidenti... (p.176)
* Lo schiavo che recita bene la propria parte di schiavo - come il cameriere sartriano - si guadagna il paradiso (fittizio) con la sottomissione (reale) in terra. (p.177)
* La Torah, il Nuovo Testamento e il Corano giustificano la schiavitù per i nemici come segno d'infamia, quindi come umiliazione, destino che tocca al sottouomo, quale sempre è il reprobo che prega un Dio diverso dal loro. (p.177)
*Tutti sanno che l'origine della comunità, la genealogia della collettività prende corpo lì, nello spazio intimo della famiglia - la tribù primitiva. Leggere o rileggere Engels e L'origine della famiglia della proprietà privala e dello Stato per convincersene... (p.184)
*L'appartenenza dell'islam a una storia che nega la Storia genera una società statica, chiusa in se stessa, attratta dall'immobilità dei morti. (p.185)
*La democrazia vive di movimenti, di cambiamenti, di assetti nati da accordi, di tempi fluidi, di dinamiche permanenti, di giochi dialettici. Essa nasce, vive, cambia, si trasforma, si costruisce in relazione a una volontà generata da forze viventi. Ricorre all'uso della ragione, al dialogo tra le parti in causa, all'agire comunicativo, alla diplomazia e alla negoziazione. La teocrazia funziona in modo opposto: nasce, vive e gode dell'immobilità, della morte e dell'irrazionale. La teocrazia è il nemico che la democrazia deve temere di più, ieri l'altro a Parigi prima del 1789, ieri a Teheran, nel 1978, e oggi, ogni volta che Al Qaeda fa parlare le armi. (p.186)