Prosper Jolyot de Crébillon: differenze tra le versioni

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'''Prosper Jolyot de Crébillon''' (1674 - 1761), drammaturgo e commediografo francese
 
*{{NDR|Dopo una rappresentazione del suo ''Atreo'' gli fu chiesto perché avesse adottato il genere spaventoso; e rispose:}} Io non era padrone di scegliere. [[Pierre Corneille|Cornelio]] aveva scelto il cielo, [[Jean Racine|Racine]] la terra; non mi restava più che l'inferno; io mi sono gettato a corpo perduto. (citato in ''Notizie storico critiche sopra Radamisto e Zenobia'', p. 67, traduzione di [[Carlo Innocenzo Frugoni|Carlo Innocenzio Frugoni]], Venezia 1798)
 
==''Radamisto e Zenobia''==
===[[Incipit]]===
*'''Zenobia''': ''Lasciami in compagnia del mio [[dolore]]: | Tu dello stato, in cui mi trovo, accresci | La tristezza e l'orrore. Oh dio! mi lascia: | [[Crudeltà|Crudele]] è questa tua [[pietà]], crudeli | Sono i consigli tuoi : tutto congiura | A farmi più infelice; e questa istessa | Vita, che pur mi avanza, o mia Fenice, | E il maggior de' miei mali. O giusti dei, | Che vedete il mio duol, misera appieno | La sventurata Ismenia ancor vi sembra?''<br />'''Fenice''': ''E sempre vi vedrò turbata in volto | Quasi farvi un piacer di pianger sempre? | In mirarvi sì torbida, inquieta, | Io per voi temo ogni momento. Il sonno | Non ha per voi lusinghe, e per voi tregua, | O riposo non han le lunghe notti. | Se d'un' [[Amore|amante]] il supplicar non piega | In voi tanto disdegno, almeno il vinca | La tenera [[Amicizia|amistà]] che ne congiunge. | Che crudeltà strugger voi stessa ! È poi | Quali mai sono gì'infortuni vostri? | Voi prigioniera in parte, ove i soavi | Vostri bei lumi trionfar vi fanno | D'ogn'alma e d'ogni cor, qual di dolervi | Giusta avete cagion ? Quando a voi piaccia, | Rotte cadran queste catene, e [[amore]] | Vi farà servo il regnator d'Iberia''.
===Citazioni===
*'''Zenobia''': ''Egli di me s'accese: io me ne avvidi. | Mi piacque l'[[Amore|amor]] suo. L'ardente estrema | Sua [[tenerezza]] mi legò, mi vinse, | E il riamar stimai dover, non dono''. (Atto I, p. 5)
*'''Arsame''': ''Della natura, un cieco amor non sempre, | Le leggi venerò''. (Atto I, p. 12)
*'''Farasmane''': '' Tutto oprai per piegarvi, e studiai tutti | I modi di [[Piacere|piacervi]], ed io finora | Più che da [[re]], parlai da amante. Or dunque, | Poichè offeso, irritato ho da parlarvi | Qual conviensi ad un re. Donna, imparate | A temer quel ch'io posso, e quel ch'io sono; | E sappiate che i re non sono nati | A sostener tante ripulse. Ad [[Infamia|onta]] | Dell'amor mio saprò sdegnarmi. Intendo | Donde in voi nasce, e come in voi s'accrebbe | Nova cagion di rifiutarmi''. (Atto I, p. 15)
 
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[[Categoria:Drammaturghi e commediografi francesi|Prosper Jolyot de Crébillon]]