Ferdinando Galiani: differenze tra le versioni

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*ANNO 1779, 8 AGOSTO<br>Il [[Vesuvio]] si infuriò come millesettecento anni prima, e molti, a [[Napoli]] e in Provincia, ebbero una grande paura. L'abate Galiani, uomo spiritosissimo, prese a burla l'avvenimento, si mise a tavolino e scrisse.<br />Il giorno dopo diede alle stampe un opuscoletto intitolato<br>''Spaventosissima descrizione dello spaventoso<br>spavento che ci spaventò tutti con l'eruzione<br>del Vesuvio, di don Onofrio Galeota, poeta e<br>filosofo all'impronto''. ([[Michele D'Avino]])
*L'uno {{NDR|Ferdinando Galiani}} era un piccolo magro, quasi gobbo a prima vista, contraffatto a giudicarlo così ad occhio e croce, più scimmia che uomo in apparenza, gli occhi vivissimi, le mani irrequiete, e saltava più che non camminasse. Vestiva di buon panno, portava parrucca, inforcava l'occhialino e gli stivaloni con la risvolta rossa rivelavano un piede quasi femminile. ([[Alessandro Varaldo]])
*Lo [[stile]] assoluto e sicuro del libro dei Delitti e delle Pene {{NDR|di [[Cesare Beccaria]]}} e l'elegante trattato del Galiani sulle Monete vivranno nobile ed eterno retaggio tra noi. ([[Ugo Foscolo]])
*Votosi allo studio delle cose naturali, formò una collezione di tutte le pietre e materie vulcaniche del [[Vesuvio]], e nel donarla a [[Papa Benedetto XIV|Benedetto XIV]] scrisse sulle casse che la contenevano: ''Beatissime Pater , fac ut lapides isti panes flant''; ed il Papa fece il miracolo dandogli un canonicato che gli rendeva 400 ducati. ([[Giuseppe Maffei]])