Henryk Sienkiewicz: differenze tra le versioni
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==''Quo vadis?''==
===[[Incipit]]===
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{{NDR|Henryk Sienkiewicz, ''Quo vadis?'', a cura di Riccardo Mainardi, Aldo Garzanti Editore, 1973}}▼
====Lellia Ruggini====
Petronio si svegliò soltanto verso mezzogiorno e, come al solito, molto stanco. La sera innanzi aveva preso parte, nel palazzo di Nerone, a un banchetto che si era protratto fino a tarda notte. Da qualche tempo la sua salute aveva cominciato a guastarsi. Diceva egli stesso di destarsi al mattino come intorpidito e incapace di raccogliere i propri pensieri. Ma il bagno e l'accurato massaggio del corpo praticato da abili schiavi a ciò addestrati gli riattivavano gradatamente la circolazione del sangue, lo rianimavano, gli rendevano le forze, tanto che dall'elaiotesion, cioè dall'ultimo reparto del bagno, usciva ancora come risuscitato, con gli occhi scintillanti di arguzia e di allegria, ringiovanito, pieno di vita, incomparabilmente elegante, sì che lo stesso Ottone non riusciva ad eguagliarlo, degno in tutto dell'epiteto di arbiter elegantiarum.<br>
{{NDR|Henryk Sienkiewicz, ''Quo vadis?'', traduzione di Lellia Ruggini, Fabbri}}
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{{NDR|Henryk Sienkiewicz, ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/s/sienkiewicz/index.htm Quo vadis? Narrazione del tempo di Nerone]'', traduzione di Paolo Valera, Milano, Soc. Ed. Sonzogno, 1915}}
▲{{NDR|Henryk Sienkiewicz, ''Quo vadis?'', a cura di Riccardo Mainardi, Aldo Garzanti Editore, 1973}}
===Citazioni===
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*La menzogna, come l'olio, galleggia sulla superficie della [[verità]].
*La [[virtù]] è una musica e la [[vita]] del saggio un'armonia.
==[[Incipit]] de ''Il diluvio''==
Vi era in Jmud una potente famiglia chiamata Billevich, discendente da Mendog, imparentata con molti e rispettata più di ogni altra del distretto di Rossyeni. I Billevich non erano mai saliti a grandi cariche e le più alte che avevano occupato erano quelle della loro provincia. Ciò nondimeno durante le guerre avevano reso al Paese incalcolabili servigi, pei quali furono più volte ricompensati. La terra che aveva loro dato culla (e che ancor oggi esiste) era chiamata Billeviche; ma essi possedevano molte altre tenute, sia nelle adiacenze di Rossyeni, sia più lungi, verso Krakin, presso Lauda, Shoi, Nyevyaja, e di là da Ponyevyej.
==Bibliografia==
*Henryk Sienkiewicz, ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/s/sienkiewicz/index.htm Il diluvio]'', traduzione di Irma Rios, Milano, Baldini, Castoldi & C., 1905.
*Henryk Sienkiewicz, ''Quo vadis?'', traduzione di Lellia Ruggini, Fabbri.
*Henryk Sienkiewicz, ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/s/sienkiewicz/index.htm Quo vadis? Narrazione del tempo di Nerone]'', traduzione di Paolo Valera, Milano, Soc. Ed. Sonzogno, 1915.
*Henryk Sienkiewicz, ''Quo vadis?'', a cura di Riccardo Mainardi, Aldo Garzanti Editore, 1973.
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