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*{{NDR|A Sicinio Emiliano, suo accusatore nel processo sulla magia}} Eppure anche altri hanno scritto versi simili {{NDR|Lascivi}}, benché voi li ignoriate: fra i Greci uno di Teo e uno di Lacedemone e uno di Ceo e altri numerosissimi, fra cui anche una donna di [[Saffo|Lesbo]], che ne ha scritti sì lascivi ma con tal grazia che la dolcezza della sua poesia ci fa accettare l'arditezza del suo linguaggio; fra i nostri poi [[Valerio Edituo|Edituo]] e [[Porcio Licino|Porcio]] e [[Gaio Valerio Catullo|Catullo]], anche loro assieme con numerosissimi altri. «Ma questi non erano filosofi». Negherai allora che anche [[Solone]] fosse una persona seria e un filosofo? eppure è suo quel verso lascivissimo.<br />''col desiderio delle cosce e della dolce bocca''. (p. 194)
*''Mio miele, ti dono corone di [[Fiore|fiori]] e questo [[canto]]; il canto è per te, le corone per il tuo genio, o Crizia...'' (p. 195)
*{{NDR|A Sicinio Emiliano, suo accusatore nel processo sulla magia}} Concedi al filosofo [[Platone]] il perdono per i suoi versi sull'amore, così che non mi sia necessario star a filosofare troppo, contro il consiglio di Neottolemo [[Quinto Ennio|Ennio]]; se poi tu non glielo concedi, ebbene mi lascerò volentieri incriminare in compagnia di Platone per simili versi. (p. 197)
*La [[povertà]] è sempre stata di casa con la [[filosofia]]: è onesta, moderata, padrona di poco, desiderosa di approvazione, è un bene sicuro rispetto alle [[Ricchezza|ricchezze]]; non si preoccupa mai delle apparenze, è di modi semplici, benevola quando dà consigli, non istiga mai alcuno alla superbia, non riduce mai alcuno al male per la sua sfrenatezza, mai rende bestiali con la sua tirrannia, non vuole, né può, tutti i piaceri del ventre e del sesso. (p. 201-202)
*La [[povertà]] [...] fu presso i Greci giusta in [[Aristide]], buona in [[Omero]], valorosa in [[Epaminonda]]. Ancora oggi la povertà ha posto fin dalle origini il fondamento dell'impero del popolo romano, e per lui ancor oggi essa offre sacrifici agli dèi immortali con un mestolo e una scodella di terracotta. (p. 202)