Giuseppe Rensi: differenze tra le versioni

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*L'importanza della tua vita non è quale la vedi e la senti tu, ma quale la vede e la sente l'altro. Questo dell'altro infatti è il giudizio obbiettivo, spassionato, svincolato dalla visuale interessata soggettiva. – Sei insegnante? Hai un metro eccellente per giudicare il valore della tua vita e della vita umana in generale. Il tuo studente che sorriderà con soddisfazione perché la tua morte gli procurerà un giorno di vacanza, e che ventiquattr'ore dopo se n'è già dimenticato: questa è la veduta dell'Altro, la veduta obbiettiva, dunque veramente la valutazione esatta di che cosa sia e che cosa conti la tua vita.
*Talvolta si vorrebbe poter sputare fuori la propria vita come un boccone troppo disgustoso; o scrollarla giù dalle spalle come un carico troppo pesante; o stracciarla e gettarla nel cestino come un romanzo che annoia o non piace o disgusta.
 
==''Cicute''==
*La prova che siamo pazzi è che discorriamo – cioè ci comunichiamo idee. Se non fossimo pazzi, ci troveremmo circa ogni questione tutti nel punto della ragione, che è sempre solo uno, quello. Ossia penseremmo tutti la stessa cosa, e quindi non avremmo più niente da dirci. […] Malauguratamente, poiché […] col crescere della civiltà cresce la discrepanza tra le ragioni, tra le visuali, tra le volontà, bisogna concludere che più procediamo e più la scoordinazione spirituale aumenta, cioè la pazzia diventa più completa.
*C’è chi pensa per far libri, quindi unicamente sotto il senso di responsabilità pel suo «sistema», dominato, vincolato, limitato da questa in ogni direzione e moto della sua attività intellettuale. C’è chi pensa pel bisogno di pensare: per fare del suo pensiero un delicato barometro che si risenta variamente della varia pressione della realtà.
*Prendiamo un altro miracolo: il sangue di S. Gennaro. Come! Con tante sofferenze, crudeltà, ingiustizie, morali e materiali, naturali e sociali, di cui è pieno l’universo, e che da tempo infinito gridano chiedendo sollievo e fine, senza riuscire a piegare per ottenerlo l’inesorabilità delle leggi di natura, una potenza sopraumana spezza queste leggi, non per togliere di mezzo quei mali, ma unicamente per la sciocchezza di far bollire un grumo di sangue!
*Perché il precetto così prominente in tutte le religioni, in tutte le legislazioni, in tutte le morali (e nell’istinto) «non uccidere», se fosse vero che questa vita è l’effimero passaggio ad un’altra vita eterna, e se non si avesse invece il sicuro senso che questa vita è tutto e che la distruzione di essa è la distruzione di tutto?
*Morale. – Sono qui per un istante. Che cosa, in quest’attimo nel quale son qui, è saggio che faccia? La risposta può essere duplice ed opposta, eppure ugualmente ragionevole: Aristippo (il piacere del momento, perché non v’è altro che questo momento), e Spinoza (il pensiero delle «rex fixae et aeternae» e l’assorbimento in esso, perché il momento transeunte è nulla).
*Si finisce con l’avere la sensazione disperatamente netta e sicura che la vita non è se non la corsa verso un abisso, senz’ancora che possa trattenere, senza alcuna seria speranza di trovare nel fondo di esso qualsiasi forma di salvezza, senza che nulla valga la pena di fare, poiché tutto si cancella e si distrugge. Puro e semplice precipitare in un vuoto.
*Questo non disse S. Francesco. O tu, che, in varie forme, dalla nascita in poi, mi fosti presso ogni giorno e mi starai vicino sino alla morte, compagno più fedele d’ogni altro, l’unico che io possa sicuramente contare di ritrovare sempre al mio lato, il solo che mi dà l’assoluta certezza di mai abbandonarmi e tradirmi, fratello Dolore!
* Sei annoiato degli avvenimenti della vita sempre gli stessi? Vuoi una novità? Una vera novità? Di tutto hai fatto l’esperimento, tutto più o meno conosci. Una sola cosa v’è di cui non hai alcuna idea come di cosa veramente vissuta ed esperimentata, che nella tua vita non hai mai provato, che non riesci nei particolari nemmeno ad immaginare. Questa sarà la genuina, la grande novità, il fatto veramente e sostanzialmente diverso da tutti gli altri che ti sono accaduti, l’avventura straordinaria, nulla di simile alla quale hai mai conosciuto. Non senti mai la curiosità di sapere come sarà? Cos’è? La morte.
 
==Bibliografia==