Raniero Cantalamessa: differenze tra le versioni

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==''Gettate le reti''==
*[[Dio]] [[sofferenza|soffre]] con noi, non si limita a guardare da lontano noi che soffriamo.
*Fenomeni tanto deprecati, come lo sfruttamento dei minori, lo stupro e la pedofilia, non nascono dal nulla. Sono, almeno in parte, il risultato del clima di esasperata eccitazione in cui viviamo e nel quale i più fragili soccombono. Non era facile, una volta che si era messa in moto, fermare la valanga di fango che tempo addietro si abbatté su alcuni paesi della Campania, distruggendoli. Bisognava evitare il disboscamento e altri guasti ambientali che hanno reso inevitabile lo smottamento. Lo stesso vale per certe tragedie a sfondo sessuale. Distrutte le difese naturali, esse divengono inevitabili. Io resto sempre sconcertato nel vedere certi mezzi di comunicazione sociale stracciarsi le vesti quando avvengono questi fatti, senza rendersi conto della parte di responsabilità che hanno anche loro per quello che dicono o mostrano in altre parti dello stesso giornale, o telegiornale.
*Forse chi è in grado di capire meglio il discorso sulla [[purezza]] sono proprio i veri innamorati. Il [[sesso]] diventa «impuro» quando riduce l'altro (o il proprio corpo) a oggetto, a cosa, ma questo è ciò che anche un vero amore rifiuterà di fare. Molti degli eccessi in atto in questo campo hanno qualcosa di artificiale, sono dovuti a imposizione esterna, dettata da ragioni commerciali e di consumo. Non sono affatto, come si vuol far credere, «evoluzione ''spontanea'' dei costumi».<br>Una delle scuse che più contribuiscono a favorire il peccato di impurità nella mentalità comune e a scaricarlo di ogni responsabilità è che, tanto, esso non fa del male ad alcuno, non viola i diritti e la libertà degli altri, eccetto, si dice, che si tratti di stupro o di violenza. Ma non è vero che il peccato di impurità finisce con chi lo commette. Ogni abuso, dovunque e da chiunque venga commesso, inquina l'ambiente morale dell'uomo, produce un'erosione dei valori e crea quella che [[San Paolo|Paolo]] definisce «la legge del peccato» e di cui illustra il terribile potere di trascinare gli uomini in rovina (cfr. ''Romani'' 7, 14 ss). La prima vittima di tutto ciò è la famiglia.
*[...] il [[matrimonio]] non finisce del tutto con la morte, ma viene trasfigurato, spiritualizzato, sottratto a tutti quei limiti che segnano la vita sulla terra, come, del resto, non sono dimenticati i vincoli esistenti tra genitori e figli o tra amici. In un prefazio dei morti la liturgia proclama: «''Vita mutatur non tollitur''», la vita è trasformata, non tolta. Anche il matrimonio che è parte della vita viene trasfigurato, non annullato. [...] La formula rituale pronunciata dagli sposi al momento del matrimonio dice: «Io... prendo te... come mio sposo (mia sposa) e prometto di esserti fedele in ogni circostanza, felice o avversa, nella buona o nella cattiva sorte, e di amarti e rispettarti finché morte non ci separi» (così, in molti paesi, anziché «per tutta la vita»). Bisognerebbe insegnare agli sposi a modificare (almeno nella loro mente) la formula e dire «finché morte non ci ''unisca''». Sì, perché la vera, perfetta unità tra gli sposi si raggiungerà solo in cielo.<br>Ma cosa dire a quelli che hanno avuto un'esperienza negativa, di incomprensione e di sofferenza, nel matrimonio terreno? [...] Non è per essi motivo di spavento, anziché di consolazione, l'idea che il legame non si rompe neppure con la morte? No, perché nel passaggio dal tempo all'eternità il bene resta, il male cade. L'amore che li ha uniti, fosse pure per breve tempo, rimane; i difetti, le incomprensioni, le sofferenze che si sono inflitte reciprocamente cadono. Anzi questa stessa sofferenza, accettata con fede, si convertirà in gloria. Moltissimi coniugi sperimenteranno solo quando saranno riuniti «in [[Dio]]» l'amore vero tra di loro e, con esso, la gioia e la pienezza dell'unione che non hanno goduto sulla terra. In Dio tutto si capirà, tutto si scuserà, tutto si perdonerà. [...]<br>L'Apocalisse ci dice che, al momento della morte, Dio va incontro a coloro che vengono dalla «grande tribolazione» del mondo, per «asciugare ogni lacrima dai loro occhi» e assicurarli che non ci sarà più né lutto, né dolore, né affanno. Io amo pensare che quando Dio va incontro, sulla soglia dell'eternità, ai vedovi e alle vedove, si fa accompagnare dal coniuge che è arrivato per primo in [[paradiso]].
*La morte dell'anima è quando si vive nel peccato; la morte del [[cuore]] è quando si vive nell'angoscia, nello scoraggiamento o in una tristezza cronica.