Doris Lessing: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Tutti noi ricordiamo quel tempo. Non fu diverso per me da quel che fu per gli altri. Eppure, continuiamo a raccontarci in ogni particolare gli eventi che abbiamo condiviso, e ripetendo, ascoltando, è come se dicessimo: «Fu così anche per te? Allora è vero, fu proprio così, deve essere stato così, non era un mio sogno». Concordiamo o discutiamo come persone che hanno visto creature straordinarie durante un viaggio: «Hai visto quel grosso pesce azzurro? Ah, quello che hai visto tu era giallo!»
 
===Citazioni===
*[[Felicità]]? È una parola che, di tanto in tanto, nella mia vita, ho raccolto, ho osservato – ma mai l'ho scoperta sotto le stesse sembianze. (pp. 9-10)
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==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Il quinto figlio''===
Harriet e David si conobbero a una festa aziendale a cui nessuno dei due aveva avuto molta voglia di andare e subito capirono di non aver atteso altro.<br>
Antiquati vecchio stampo, retrogradi, timidi, troppo esigenti così la gente li definiva, ma non terminava qui la lista di aggettivi poco teneri che si attiravano. Entrambi difendevano un’idea di sé a cui erano testardamente attaccati; quella di essere, a buon diritto, gente comune. A quella famosa festa circa duecento persone si accalcavano in una stanza lunga, solenne e troppo decorata che per trecentotrentaquattro giorni l’anno fungeva da sala riunioni. Tre ditte collegate, che in un modo o nell’altro avevano a che fare con l’edilizia, avevano unito le loro forze per organizzare la festa di fine d’anno. C’era un gran baccano. Il ritmo martellante di un’orchestrina scuoteva il pavimento e le pareti. Erano in molti a ballare pigiati assieme per mancanza di spazio; le coppie saltellavano in su e in giù o giravano su se stesse come su un perno invisibile. Le donne si erano tutte agghindate, alcune con abiti fatali, altre in modo bizzarro, altre ancora con colori sgargianti.
 
===''L'abitudine di amare''===
Nel 1947 George scrisse di nuovo a Myra, dicendo che ora che la guerra era finita da un pezzo sarebbe dovuta tornare per sposarlo. Dall'Australia, dove s'era recata con i suoi due figli nel 1943, perché aveva là dei parenti, lei gli rispose dicendo di sentire che le loro strade erano ormai divise; non era più sicura di voler sposare George. Questi non si lasciò scoraggiare. Le inviò telegraficamente l'importo del viaggio in aereo e la pregò di andarlo a trovare. Vi andò, ma per due settimane, perché non poteva lasciar soli i ragazzi più a lungo. Disse che l'Australia le piaceva, e le piaceva il clima; quello inglese non le andava più, e pensava che l'Inghilterra, con molta probabilità, fosse ormai finita. S'era abituata, inoltre, a star lontana da Londra. E, forse, anche da George Talbot.
 
==Bibliografia==
*Doris Lessing, ''Il quinto figlio'', traduzione di Mariagiulia Castagnone, Feltrinelli, 1988. ISBN 8807013681
*Doris Lessing, ''L'abitudine di amare'', trad. di Vincenzo Mantovani, Feltrinelli, 1991. ISBN 8807811812
*Doris Lessing, ''Memorie di una sopravvissuta'' (''The Memoirs of a Survivor''), traduzione di Paola Faini, Lucarini Editore, 1986.