Hans Küng: differenze tra le versioni

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*[...] è dovere e obbligo del [[teologia|teologo]] dire le verità ''opportune importune'' – anche se per questo dovesse essere punito –. (p. 22)
*Già, perché sono [[cristiano]]? [...] In breve: perché, nonostante ogni veemente obiezione contro ciò che è cristiano solo di nome, trovo tuttavia nel cristianesimo un orientamento di fondo nelle questioni circa il grande da-dove e verso-dove, perché e a-che-scopo dell'uomo e del mondo: un orientamento di fondo per la mia vita individuale e sociale! E con esso contemporaneamente una patria spirituale, cui vorrei tanto poco voltare le spalle quanto poco in ambito politico le vorrei voltare alla democrazia, di cui a suo modo non meno del cristianesimo si è fatto e si fa un uso indebito e vergognoso. (p. 24)
*Già, ''che cosa, come, chi è [[Dio]]'', quel Dio che mi dovrebbe offrire un orientamento di fondo? [...] Un Dio che – diversamente da come ce lo rappresentano certi cosiddetti educatori cristiani – non deve significare per l'uomo paura ma senso di sicurezza, non infelicità ma felicità, non morte ma vita. [...] Per ebrei, cristiani e musulmani, questo unico vero Dio non è il Dio sconosciuto, ma il Dio buono, il Dio amico dell'uomo, su cui anche nel dubbio, nel dolore e nella colpa, anche in tutte le pene private e in tutte le necessità sociali, l'uomo può riporre una fiducia incondizionata e totale, ''[[fede]]'' appunto. (pp. 25-27)
*[...] l'essere di [[Dio]], nella sua totale incommensurabilità che fa saltare tutte le categorie, non è né personale né apersonale, in quanto Egli è entrambe le cose contemporaneamente, e quindi – volendo – lo potremmo definire «transpersonale», «sovrapersonale». (p. 27)