Giuseppe Guerzoni: differenze tra le versioni

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*Il [[pensiero]] è il patrimonio comune dell'umanità, ed è per esso che i popoli comunicano attraverso il tempo e lo spazio e formano davvero una sola famiglia. Esso è l'anima dell'universo di [[Platone]], e conviene onorarlo dovunque si manifesta. (p. 274)
*E un dì la [[Francia]] ci inviava co' veleni i loro antidoti, e questi eran certo più possenti di quelli, e noi stessi per il domestico nutrimento eravamo più temprati a sopportarli. Una pagina di [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]], un canto di [[Alphonse de Lamartine|Lamartine]] o di Berrier , un dramma di [[Victor Hugo]] o di [[Alfred de Vigny|De Vigny]], un racconto di [[Charles Nodier|Nodier]] o di [[George Sand|Giorgio Sand]] , misti ad un'ode di [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] e ad una tragedia di [[Giuseppe Nicolini|Nicolini]] potevano rifare il sangue corrotto da un romanzo di [[Honoré de Balzac|Balzac]] e di [[Paul de Kock|Paolo De Kock]] ... Erano quelli i giorni gloriosi delle lettere francesi, ed il trionfo del genio gallico pareva legittimo. (p. 274)
*Oggi la [[Francia]] mette orrore a chi la conosce e paura a chi l'ama. Leggete la ''Nouvelle Babylone'' di [[Eugène Pelletan|Pelletan]], uno dei pochi che osino con affetto pari all'ardire infiggere lo specillo nelle piaghe della sua patria e che l'amino davvero castigandola. (p. 275)
*Io non getterò mai a mia madre ignuda l'insulto di [[Cam]], e non perderò mai l'orgoglio d'essere e di dirmi Italiano, perocché so che l'[[Italia]] è migliore delle apparenze che la condannano e della fama che la vitupera. (p. 278)
*La [[nazione]] ha quello che merita, e se egli sequestra ogni dì un giornale liberale in nome dell' ''ordine'', e lascia passare impuniti i volumi della ''Biblioteca nuovissima, galante e dilettevole, illustrata'' in nome della ''libertà'', non bisogna pigliarsela con lui che sa conciliare con tanta machiavellica arguzia i due termini opposti del suo programma « ''ordine e libertà'' », sibbene colla nazione che se ne accontenta e batte le mani. (p. 280)