Giuseppe Guerzoni: differenze tra le versioni

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==''Arte e politica''==
===[[Incipit]]===
[[Alessandro Manzoni|Manzoni]] gode con una virginale modestia un'anticipazione d'inmortalità, e prossimo all'Olimpo dimentica la terra: [[Massimo D'Azeglio|Azeglio]] sta in campagna colla fantasia, colla persona e col pennello; e non rompe i silenzi delle sue selve e del suo pensiero che per bofonchiare gli uomini con la eroicomica figura di Ferraù o per scozzonarne il sonno coll'improwiso ariete di Quistioni urgenti, or fatte urgentissime. [[Giovanni Prati|Prati]], un di trovatore della fede e dell'amore, oggi [[George Gordon Byron|Byron]] ansimante, canta il dubbio, la superstizione e la stregheria in un ''Armando'' squallido e nebbioso, e non trova più l'estro antico se non per destare dalle corde stracche della lira sua cauti epitalamici e cortigianeschi oroscopi: [[Aleardo Aleardi|Aleardi]] dopo icarei voli tocca meritamente il destino del figlio di Dedalo e capitombola affogato in un padule fumoso di rifritti secentismi, facendoci accorti che la splendida ''ora della sua giovinezza'' passò e che già le ore inesorabili della vecchiezza l'incalzano e lo tengono: [[Giuseppe Revere|Revere]] sconta banconote e bisbiglia cinici epigrammi nell'orecchio degli amici: [[Giulio Carcano|Carcano]] è consigliere, [[Giuseppe Regaldi|Regaldi]] professore, ambidue cavalieri: [[Giuseppe Giusti|Giusti]], [[Giovanni Berchet|Berchet]], [[Tommaso Grossi|Grossi]], [[Silvio Pellico|Pellico]], [[Giuseppe Nicolini|Nicolini]], per ricordare soltanto quelli co' quali la più recente generazione convisse, sono nella tomba e nella gloria.
===Citazioni===
*[[Carlo Cattaneo|Cattaneo]], come un egiziano antico adorante l'Iside velata, si chiude in arcani colloqui colla natura e ce li nasconde. (p. 266)
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*Io non getterò mai a mia madre ignuda l'insulto di [[Cam]], e non perderò mai l'orgoglio d'essere e di dirmi Italiano, perocché so che l'[[Italia]] è migliore delle apparenze che la condannano e della fama che la vitupera. (p. 278)
*La [[nazione]] ha quello che merita, e se egli sequestra ogni dì un giornale liberale in nome dell' ''ordine'', e lascia passare impuniti i volumi della ''Biblioteca nuovissima, galante e dilettevole, illustrata'' in nome della ''libertà'', non bisogna pigliarsela con lui che sa conciliare con tanta machiavellica arguzia i due termini opposti del suo programma « ''ordine e libertà'' », sibbene colla nazione che se ne accontenta e batte le mani. (p. 280)
*Se v'ha da essere una decima Musa, [[Venere]] afrodisiaca, siccom'siccome tutto ciò ch'è anormale, ributtante, malefico, resti essa pure appiatta nell'ombra, divisa dal mondo, chiostrata nei cupi fondacci dove abitano i di lei immondi sacerdoti e fedeli. (p. 281)
 
==Bibliografia==