Giuseppe Guerzoni: differenze tra le versioni

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*[[Carlo Cattaneo|Cattaneo]], come un egiziano antico adorante l'Iside velata, si chiude in arcani colloqui colla natura e ce li nasconde. (p. 266)
*[[Giuseppe Ferrari|Ferrari]], incompreso e incomprensibile alla Camera, raro e interrotto sulla cattedra, non pensa ch'egli solo o per primo almeno potrebbe fondare «la scuola critica italiana» che non ha da noi nè sistema, né maestri, nè cultori, nè cattedre, nè giornali, il che torna a dire che il pensiero soccombe o tiraneggia senza esame, senza discussione, senza tace. (p. 266)
*[[Francesco Domenico Guerrazzi|Guerrazzi]], mentre rintraccia studiosamente la vena della giovanile poesia, s'innamora lungo la via , aspra di triboli e di esperienza, dell'ira di [[Tacito]] e dello stile di [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]], e ridona di continuo all'[[Italia]] squarci di storia , pagine di eloquenza sublimi, opere ammirande, ma insufficienti, impotenti oserei dire a commovere, ad agitare , a suscitare la fede e l'entusiasmo , a dar battaglia, come un tempo l' ''Assedio di Firenze'', al materialismo che ci impaluda, all'egoismo che ci infanga. (p. 267)
*[[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], il grande sacrificato; l'ostia vivente d'Italia, ntutienemantiene fedelmente il voto compito trent'anni or sono quando rimanginel'imangine d'un Italia una, virtuosa, libera, apparendo come una celeste fidanzata in mezzo alle artistiche ispirazioni ed alle poetiche larve della sua giovinezza, le disse: «Tu rinuncierai per me ogni cosa diletta più caramente, mangerai il pane dell'esilio, berrai la cicuta della calunnia, e fin anco le divine consolazioni delle-Grazie e delle Muse tu ricuserai, perocché il mio amore non tolleri rivali. e solamente colui che molto offre e combatte sia degno d'avermi.» (p. 267)
*Gli autori e gli attori adulano le passioni più volgari e gli istinti più bassi del pubblico; il pubblico riconoscente adula il gusto corrotto e l'arte bislacca degli autori e degli attori, e si depravano a vicenda, e il risultato finale della mutua associazione è una sentina. (p. 267)
*Oggi, il teatro, privo di concetto, di modelli, di forme, malato del comune contagio de'subiti guadagni e delle subite glorie, brancola e barcolla come un briaco od un esanime ; ed anche allorquando crede d'esser naturale è artefatto, quando crede essere scuola è appena trastullo , quando pensa d'essere originalmente italiano pute servilmente di francese. Esso dà lampi perchè in tutti i tempi qualcosa lampeggiò sempre in Italia , ed anche il decrepito seicento s'apre con [[Galileo Galilei|Galileo]] e si chiude con Testi e con [[Vincenzo da Filicaja|Filicaja]]; e [[Paolo Giacometti|Giacometti]] e [[Giuseppe Ferrari|Ferrari]], e il lacrimato Cicconi e lo sviato [[Leone Fortis|Fortis]] potrebbero formare nucleo e corona ; ma teatro, teatro veramente nazionale, veramente morale, veramente artistico, non v'è in Italia. (p. 268)