Giuseppe Rensi: differenze tra le versioni

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*Il sepolcro e il tempo seppelliscono ugualmente sotto una sabbia uni forme la cortigiana e la santa, il martire e il carnefice, il tiranno e la sua vittima. Tutto è indifferente. Vedute le cose con questa latitudine di sguardo, virtù o vizio, santità o brutalità, tutte del pari insignificanti sciocchezzuole umane, si equivalgono: tutto è uguale; tutto è uguagliato nell’annullamento, tutto è ugualmente senza importanza e nullo.
*“L’essere”, questo è ciò che senz’altro è per sé stesso il male e il delitto. Esso non può reggersi se non mediante l’uccisione, la distruzione, l’incorporazione di altro essere, cioè di altri esseri (il nutrirsi, il nascere). Giusto è perciò morire, la morte è la giusta e meritata pena inflitta a quel delitto che è l’essere e nello stesso tempo è l’uscita da esso, cioè, la liberazione e la purgazione da esso. il vero e unico Σοτήρ, la vera e unica Σοτήρία.
*Quando si riflette che il mondo è costruito in guisa che gli esseri viventi, tanto animali quanto vegetali […] non possono persistere nell’esistenza se non nutrendosi gli uni degli altri, cioè uccidendosi a vicenda; quando si scorge da ciò che quindi il mondo è costruito sulla necessità di farsi male, sulla necessità del male; quando si pensa che da questo carattere dell’Essere totale deriva inevitabile a quella parte di esso che è l’umanità un’esistenza del pari necessariamente fondata sulla gara, sulla concorrenza, sulla lotta, sulla rivalità reciproca, e spesso sulla guerra vera e propria; bisogna concludere che, se si vuol parlare di Dio, colui che ne ha dato la più esatta definizione è il Leopardi: …. ''il brutto / Poter che, ascoso, a comun danno impera''.
Poter che, ascoso, a comun danno impera''.
*L’importanza della tua vita non è quale la vedi e la senti tu, ma quale la vede e la sente l’altro. Questo dell’altro infatti è il giudizio obbiettivo, spassionato, svincolato dalla visuale interessata soggettiva. – Sei insegnante? Hai un metro eccellente per giudicare il valore della tua vita e della vita umana in generale. Il tuo studente che sorriderà con soddisfazione perché la tua morte gli procurerà un giorno di vacanza, e che ventiquattr’ore dopo se n’è già dimenticato: questa è la veduta dell’Altro, la veduta obbiettiva, dunque veramente la valutazione esatta di che cosa sia e che cosa conti la tua vita.
*Talvolta si vorrebbe poter sputare fuori la propria vita come un boccone troppo disgustoso; o scrollarla giù dalle spalle come un carico troppo pesante; o stracciarla e gettarla nel cestino come un romanzo che annoia o non piace o disgusta.