Aldo Capitini: differenze tra le versioni

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*Col [[vegetarianesimo]] si decide di rinunciare al cibo che comporti uccisione di animali; e con ciò stesso muta il nostro modo di avvicinarci ad essi, il nostro modo di considerarli; si accetta sorridendo ma con fermezza l'apparente stranezza che galline e pecore, dopo averci dato uova e lana, "muoiano di vecchiaia"; si amplia, al posto della violenza spietata, quel piano di collaborazione in cui consiste l'incremento della civiltà. Questa "sospensione" introdotta nella leggerezza sterminatrice e nella freddezza utilitaria si riflette in accrescimento di valore interiore. Ma c'è di più e forse il meglio. Io debbo confessare che, pur avendo un notevole interesse all'esistenza degli animali, mi decisi al vegetarianesimo nel 1932, quando, nell'opposizione al fascismo, mi convinsi che l'esitazione ad uccidere animali avrebbe fatto risaltare ancora meglio l'importanza del rispetto dell'esistenza umana. (da ''Il problema religioso attuale'')
*Il [[vegetarianesimo]], se condotto bene, non presenta inconvenienti allo stato del nostro corpo fisico. Anzi c'è chi sostiene che migliora la nostra [[indole]] stessa; come che stia questa cosa, è certo che la nostra indole migliora per il proposito di affetto verso gli animali, per il nuovo sguardo che abbiamo verso di loro, dopo il proposito di non distruggerli, per il senso di cooperare che stabiliamo. Finora si è considerato il campo animale come un campo libero dove uno potesse portare stragi; la [[non-violenza|nonviolenza]] inizia il piano di un accordo col campo animale, che potrà arrivare molto lontano. Di riflesso poi, la direttiva di rispettare la vita animale porta maggiore attenzione alla vita umana. Ma verso tanti esseri animali è ancora difficilissimo attuare la nonviolenza: che noi proviamo dolore di questo, è già un passo avanti. Col tempo le stesse bestie feroci potranno essere allevate, nutrite diversamente e trasformate. Noi potremo sviluppare le nostre energie interne e meglio dominare, senza ucciderle, molte bestie. (da ''Religione aperta'')
*Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una [[società]] che sarà perfettamente nonviolenta... a me importa fondamentalmente l'impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bilancia intima della [[storia]] il peso della mia persuasione. (da ''Elementi di un'esperienza religiosa'')
*Ogni [[società]] fino ad oggi è stata oligarchica, cioè governata da pochi, anche se rappresentanti di molti; oggi specialmente, malgrado la diffusione di certi modi detti democratici, il [[potere]] (un potere enorme) è in mano a pochi, in ogni Paese. Bisogna, invece, arrivare ad una società di tutti, alla omnicrazia. (da ''Il potere di tutti'')