Giovanni Marsili: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di alcune opere==
==='' Notizie del pubblico giardino de' semplici di Padova compilate intorno l'anno 1771''===
'''Notizie del pubblico giardino de' semplici di Padova'''<ref>L'immortale Tiraboschi narra nella sua Storia della Lett. ital. (Vol. VII. P. II. pag. 878. Milano 1822-1826) che ''il suddetto celebre professore'' (Marsili) ''ha compilata una esattissima storia dell'origine e de' progressi del detto orto'' (di Padova), ''la qual sarebbe a bramare che uscisse in luce''. Vi è ragione di credere che egli favelli della operetta che ora si pubblica, e perchèperché non mancano ad essa i pregi da lui segnati nel citato passo, e perchèperché nella raccolta dei mss. tutti del Marsili, guardati nella biblioteca dell'orto nostro, non havvi altra memoria che meriti il nome di storia. Che queste notizie fossero poi estese verso il 1771 non vi ha dubbio, poichèpoiché il Marsili accenna di scriverle mentre si stava rifacendo la macchina idraulica dell'orto, che appunto in quell'anno fu ricostrutta.</ref><br>
La fondazione del pubblico giardino de' semplici di Padova, dubbia molto e controversa nell'istorie di codesta Università, va fissata all'anno 1545. Esiste il decreto che la comanda in data dell'ultimo di giugno del suddetto anno<ref>Il decreto di fondazione fu pubblicato coll'istromento di affittanza, di cui sarà fatto cenno fra poco, nella ''Memoria dell'origine ed anzianità dell'Orto botanico di Padova di Roberto de Visiani professore di botanica e prefetto dell'Orto medesimo'' (Venezia – Merlo – 1839), che rivendica al padovano il titolo di anteriorità ''su tutti gli orti botanici che alla pubblica istruzione sieno stati aperti giammai'' (pag. 5).</ref>.<br>
Subito dopo si trasferisce a Padova Sebastiano Foscarini, senatore e dottore e uno degli attuali riformatori, per riconoscere ed acquistare il terreno necessario e opportuno a tal uso. Conservasi l'istromento d'affittanza o livello per un tratto di terra di campi cinque e trequarti meno venti tavole, stipulato tra il suddetto gentiluomo e li monaci di santa Giustina, con l'annua corrisponsione di ducati 25 da lire 6:4, li quali tuttora si pagano annualmente dalla cassa studio al monastero.